Itinerario
proposto da Mario Giachino
I magnifici sette (più uno)
Questo itinerario è frutto dell'esperienza dell'amica Gabi: ci troviamo in quello che lei chiama my backyard, il suo cortiletto dietro casa. Lei ci guida, noi godiamo di paesaggi che non potremo mai raccontare.
La Svizzera non è vicina per tutti, così il primo giorno partiamo da Ponte Tresa, subito di là della frontiera, e viaggiamo abbastanza poco, giusto per avere un assaggio di ciò che ci aspetta e raggiungere un buon posto dove passare la notte.
Che assaggio! La Tremola, con il suo fondo di pavè e i suoi tornanti, tutti uguali e tutti diversi. Arriviamo in cima, all'incrocio con il San Gottardo, che percorreremo domani. Vi auguro che non piova, perché il pavè quando è bagnato è anche molto sdrucciolevole. Proseguiamo diritto su un pezzetto di strada che percorreremo anche domani e, arrivati a Hospental, teniamo la destra, verso Göschenen, dove prendiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per Göscheneralp. Si tratta di una strada a fondo cieco (la più uno del titolo di questo itinerario) che ci porterà ad un bell'albergo dove passeremo la notte. Una strada poco conosciuta, una decina di km inizialmente tra bucolici praticelli, poi tra tornanti e pareti scoscese, che finisce in corrispondenza di una diga, di alcuni sentieri di montagna e... dell'albergo, appunto. Se avvisate che arrivate in moto vi tengono posto in garage!
Dopo cena a letto presto che domani ci aspetta il grosso del giro!
Abbondante colazione, poi ridiscendiamo la Göscheneralp. e prendiamo a sinistra, verso Wassen, dove, tenendo ancora la sinistra, ci infiliamo sulla strada che gli svizzeri hanno numerato 11, la Sustenstrasse, che ci porta al Sustenpass.
Sulla sinistra, dopo un po', ci appare maestoso, per quanto molto ridotto ormai, il ghiacciaio con sotto il laghetto. Il tempo ci accompagna magnificamente, così proseguiamo per il Grimselpass. La salita ci presenta le sue tre maestose dighe per poi scoprire, lentamente, i due grandi laghi che formano. Salendo vale la pena di fermarsi, qualche volta, per godere dei panorami che ci si lascia alle spalle. Arrivati in cima si apre il cerchio delle Alpi svizzere. Quando c'ero stato l'anno scorso ero in una nuvola che mi nascondeva tutto, ora posso finalmente godermi lo spettacolo.
Immediatamente dopo il passo, sulla destra, un fuori programma: in una piccola area sono state costruite delle casette di legno e ci vivono... delle marmotte. Purtroppo non sono proprio volontarie ma sono trattenute... come in uno zoo. Carino da vedere ma, a mio avviso, se ne potrebbe fare a meno.
Proseguiamo scendendo verso Gletsch vedendo, alla nostra sinistra, la maestosa salita al Furkapass, il Passo della Furka, ma ce lo teniamo per più tardi, ora, arrivati a Gletsch, svoltiamo a destra, verso Brig, per andare a imboccare, dopo pochi km, il Passo della Novena, il Nufenenpass.
Qui ci accoglie un po' di nebbia e freddo. Le previsioni lo avevano detto: in teoria avremmo dovuto essere sotto l'acqua già da un po' ma, fin'ora, siamo stati graziati. Anche qui panorami che, pur se parzialmente nascosti dalle nuvole basse, sono stupendi.
Purtroppo, però, mentre ci dirigiamo verso il Passo del San Gottardo, la situazione peggiora velocemente.
Ci fermiamo a mangiare ad Airolo, prima di affrontare il San Gottardo che ancora non piove. Il luogo l'ha scelto Gabi: il Caseificio Dimostrativo del Gottardo. Anche il piatto lo ha proposto lei, da noi prontamente accettato: una specie di raclette servita con pezzi di pane e patate bollite: ot-ti-ma.
Da bere: acqua, come quella che ci aspetta copiosa, infatti... le foto si interrompono. Da qui in poi dovrete usare la fantasia...
Il Passo del San Gottardo scorre via bene: è bello largo, abbastanza semplice (fortunatamente la Tremola l'abbiamo fatta ieri, all'asciutto!) e ci porta dritti al Furkapass, sotto pioggia battente e... pullman completamente fuori luogo. Uno si incastra in un tornante con una Porche e dobbiamo aspettare una mezzoretta, prima che la Porche, leggermente modificata sulle fiancate possa riprendere la sua strada. La salita è impegnativa e la discesa, dal lato che avevamo visto questa mattina, più leggera.
Rieccoci a Gletsch, a riprendere la strada per Brig, questa volta senza svoltare a sinistra per il Nufenenpass ma proseguendo proprio fino a Brig, che man mano che ci avviciniamo viene identificata come Briga, dove imbocchiamo l'autostrada, un paio di chilometri su cui non è necessaria la vignetta, che ci porta al Simplonpass, il Passo del Sempione.
La pioggia è ormai fine fine, sta quasi smettendo, e il passo è così come me lo ricordavo: una pista. Strada ampia e liscia, pulitissima, con curve ampie e ben disegnate, in parte coperto con gallerie aperte sul lato a valle... un godimento da guidare, difficile restare nei limiti ma, mi dice Gabi, qui dove il limite è ottanta, se stai sotto i cento non ti dicono nulla. Ciò che non è mai tollerato e che viene fatto pagare caro, è il sorpasso con striscia continua. Non fatelo mai, perché si appostano in alto per vedere chi lo fa e... castigarlo.
Arriviamo al passo e proseguiamo, scendendo un po' fino al paese di Simplon Dorf, dove ci sono tre piccoli alberghi. Ci fermiamo in uno di questi, ci asciughiamo e ci troviamo, a cena, a raccontarci tutti i passi fatti in due giorni, finendo centellinando a una buona schnapps pianificando altri giri con Gabi.
Grazie Gabi!