Itinerario
proposto da Armando Perlini
Tra castelli e pievi per strade secondarie
È il primo itinerario che inserisco...proverò ad essere il più bravo possibile...
Intanto parto dalle specifiche tecnico/economiche del giro:
moto Benelli TRK 502; consumo rilevato 8 litri di benzina; consumo medio 24.8 km/l; velocità media circa 33,3 km/h (un po' bassina direi); durata effettiva del giro 6 ore escluso le soste; tempo totale 9 ore.
Prendo come riferimento di partenza e di arrivo finale l'uscita autostradale "Campegine-Terra di Canossa" sull'A1 Roma-Milano e l'intento è quello di fare un giro per vedere i castelli e le pievi nel territorio "matildico" della granduchessa (o contessa...?) Matilde di Canossa percorrendo, per quanto possibile, tratti di strada secondari al di fuori dei giri classici e dei percorsi più "battuti" dalla maggior parte dei motociclisti.
Dal casello dell'autostrada si percorre il nuovo raccordo stradale (a dire il vero avrà 10 anni ma molti navigatori non sono ancora aggiornati) che si connette alla SP11 per giungere a Calerno e proseguire in direzione Montecchio Emilia SP67 e successivamente direzione Bibbiano percorrendo prima la SP12 e successivamente la SP53...questo primo tratto è a dir poco di una noia mortale però fa parte del percorso di avvicinamento alla prima tappa.
Da Bibbiano si prosegue a Quattro Castella sempre per la SP53 e lì, finalmente, comincia il vero giro e cominciamo a fare i mototuristi. Partiamo dal nome del paese che deriva dall'esistenza, sin dai tempi di Matilde di Canossa, di una cortina difensiva costituita da quattro castelli da est ad ovest e nell'ordine (visibili i nomi anche su google maps) Rocca di Monte Vetro, Castello di Bianello, Rocca di Monte Lucio e Rocca di Monte Zane; ad eccezione del castello di Bianello (preferito per il soggiorno della Granduchessa-contessa) gli altri tre sono ridotti a ruderi appena visibili; l'unico in piedi, e decente, è visitabile e si racconta dell'esistenza di un fantasma che si aggira all'interno del castello; proseguendo sulla strada che passa tra la Rocca di Monte Vetro e il Castello di Bianello (SP78) la via Matildica, si comincia a salire di quota e la strada si presenta con belle curve, fondo buono e ottima panoramica per ammirare dall'alto sia i castelli che i calanchi che costeggiano i pendii vicini alla strada; si prosegue alla volta del Castello di Canossa (ben più famoso di tutti gli altri sin qui citati) proseguendo per la medesima SP che cambia denominazione in SP73 incrociando un punto chiamato "Pit Stop Borsea" (vedere google) da dove si può avere un colpo d'occhio del panorama circostante; si giunge al Castello di Canossa (meglio dire quello che ne rimane) per poi proseguire verso il Castello di Rossena (a proposito è in vendita) e Rossenella prendendo direzione Ciano d'Enza lungo la SP54 arrivati alle due fortificazioni avviene quello che per ogni motociclista è inconcepibile, bisogna tornare indietro per proseguire il giro (a meno di fare centinaia di km. per aggirare "l'ostacolo") e proseguire verso Sordiglio abbandonando la SP e ritrovandosi al piccolo santuario tibetano di Votigno a cui è collegato il borgo medievale ribatezzato "la Casa del Tibet"; a questo punto la strada diventa molto stretta (una corsia) con un fondo non proprio ottimale pur mantenendo un profilo interessante per curve e saliscendi.
Arrivati a Sordiglio si prosegue sulla SP11 (più larga e con fondo più buono) in direzione del Castello di Sarzano; strada piacevole e, visti i tempi, fresca fresca, giunti al castello facciamo un giretto e c'imbattiamo, ai piedi del castello, in una bel ristorantino totalmente all'aperto e decidiamo di approfittare per sedare lo stomaco in rivolta, rifocillati e soddisfatti riprendiamo il percorso verso il Castello di Carpinete.
All'abitato di Casina si pone un altro dilemma, prendere la SS63 o proseguire per strade secondarie...? Certamente la SS accorcia i tempi ma è una strada abominevole, noiosa, trafficata, non ne ho voglia e decido di percorrere la vecchia strada passando per l'abitato di Marola a 800 m. slm. per rimanere, fin quando possibile, al fresco; si scollina proprio al borgo di Marola, non saprei se classificarlo come passo, valico o altro (lascio a voi l'interpretazione più opportuna) per scendere verso la località "la Svolta" e imboccare la SP98 fino a Carpineti tutto in discesa, in rapida successione SP36 e SP76 fino al Castello e finalmente pausa. Bel posto, si scollina proprio in corrispondenza dell'ingresso al castello per poi scendere verso la valle del Secchia; breve consulto passeggero/pilota, e si decide di proseguire per Minozzo (anzichè Villa Minozzo) per raggiungere la Pieve e poi proseguire per Monteorsaro, Febbio e avviarsi al ritorno (ormai il tempo sta trascorrendo molto velocemente e siamo arrivati a circa la metà del percorso); quindi, SP19 costeggiando il Secchia e poi risalita per la SP9 fino a Razzolo dove si svolta per Minozzo e s'imbocca una strada comunale, qui la situazione stradale, sebbene sempre panoramica, si fa leggermente più problematica per via del fondo sconnesso e pieno di buche, si prosegue per Monteorsaro per giungere all'omonimo rifugio, questa strada è proprio di bosco, sterrata nel tratto finale e piena di buche, affrontabile senza particolari problemi ma prestando attenzione.
Proseguiamo l'avventura, non paghi dello sterrato, si va avanti per Febbio seguendo la strada dal rifugio di Monteorsaro, circa 4,5÷5 km. di sterrato tipo selciato che scuote un bel po'.
A Febbio si conclude il 50% del giro, pausa caffè, un po' di relax e si ritorna indietro, non per la stessa strada, ma percorrendo prima la strada che collega Febbio a Case Stantini e poi la SP9 per giungere a Villa Minozzo e ritornare nella valle del Secchia (in pratica si ripassa da Razzolo, Meruzzo, ecc.) ma risalire da Castelnovo ne' Monti percorrendo un piccolo tratto della SS63 per poi fare un'altra sosta alla Pieve e ripartire verso Vetto attraverso la SP513R molto fluida con curve marcate mai troppo impegnative e delicati saliscendi, deviazione verso Sella di Lodrignano per la SP17 fino a Traversetolo e poi SP45 fino all'ultima tappa al Castello di Montechiarugolo.
Ecco avevo scritto dell'altro ma, forse, sono stato scollegato e ho perso parte del testo...
Comunque, concluso il giro al Castello di Montechiarugolo, riepilogo (mappe allegate a parte) i punti più critici del percorso che sono compresi nel tratto Razzolo-Monteorsaro-Febbio-Case Stantini con fondo sconnesso, sterrato (affrontabile ma non con una moto stradale RRRRR) e presenza di ghiaino insidioso appena prima o dopo le curve esattamente in punti di frenata e accelerazione (oddio con il TRK grossi problemi in accelerazione non ce ne sono...in frenata però...) sembra fatto apposta...
Spero che la prima pubblicazione sia piaciuta e ne preparerò altre; finalmente ho un po' più di tempo e posso dedicarmi anche a questo...ho almeno sei anni di itinerari da caricare......
Armando Perlini