Itinerario
proposto da Mario Giachino
Les Cevennes: il paradiso dei motociclisti
Un giro che pare breve ma che, se si vuole visitare un po', richiede un paio di giorni. L'ho fatto in solitaria in un solo giorno e, oltre a non aver avuto il tempo di visitare molte cose, sono arrivato alla fine veramente distrutto, quindi... prendetevela comoda.
Io ho iniziato il giro da Saint Bauzille de Putois ma, trattandosi di un anello, può essere preso da qualsiasi punto. Consiglio il giro in senso antiorario.
Voglio premettere che il giro comprende diverse Strade da Moto ma che, in fondo, si riduce ad una strada sola, lunga oltre 200 km, senza un metro di strada... noiosa.
Iniziamo, da Saint Bauzille dove, ancor prima di partire o al rientro, potremo visitare le Grotte des Demoiselles.
Partiti, costeggeremo il fiume Hérault in direzione Nord, in una gola che è parte delle Gole dell'Hérault, attraverso le quali, nella zona più a Sud, rientreremo in serata.
Una ventina di km di strada ampia e liscia, con curve dolci, spesso incastonate tra roccia e fiume: un assaggio di Cevennes.
Mi raccomando: giunti a Ganges, alla rotonda dopo il ponte, svoltiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per Le Vigan, per continuare, nelle gole, sulla D999.
Superata la frazione di Miassole, poche centinaia di metri prima di Le Vigan, sulla sinistra incontriamo un ponte molto particolare, che tra l'altro da nome alla zona, che si chiama Pont de la Croix. Ormai abbiamo lasciato l'Hérault e stiamo costeggiando un suo affluente: L'Arre. Il Pont de la Croix, lungo 53 metri, è un ponte-acquedotto e fu costruito tra il XVII e il XVIII secolo per l'irrigazione dei terreni di un signore locale.
Appena superata Le Vigan troviamo una grande rotonda dove dovremo prendere la prima uscita, a destra, la D48, seguendo le indicazioni per Col du Minier e Mont Aigoual.
La strada si fa più stretta e più movimentata, salendo in costa ed offendo panorami spettacolari.
La nostra direzione è il Col du Minier ma, quasi senza accorgercene, prima di arrivarci attraverseremo ben altri tre colli: Col de la Cravatte, Col de la Sablière, Col de la Broue. Consiglio di tenere d'occhio i cartelli che indicano i belvedere: una sosta vale sempre la pena e, se sarete fortunati come lo sono stato io, potrete arrivare a vedere il mare.
Curve, curve e ancora curve, fino al Col du Minier, poi... curve, curve e ancora curve, che ci porteranno fino alla cima del Monte Aigoual, dopo aver toccato l'ennesimo colle, il Col de la Serreyrède. La cima del Monte non è da perdere. Sede di un osservatorio meteorologico, offre una vista, tutt'intorno, impareggiabile. Non può mancare il baretto, dove si può anche mangiare qualcosa, con terrazza panoramica.
Torniamo sui nostri passi per sei km e mezzo circa, fino al Col de la Serreyrède, e continuiamo a percorrerlo, svoltando quindi a destra all'incrocio, sulla D986.
Una strada di medie dimensioni, né larga né troppo stretta, corre un po' tra i boschi e un po' tra i... panorami, verso il Trèves. Attenzione: non andremo dritti a Trèves ma, arrivati all'indicazione per il Camping Le Térondel (cartello giallo su una casetta bianca a sinistra), dovremo svoltare stretto a sinistra seguendo il cartello, per infilarci in una stradina, almeno all'inizio, in mezzo ai boschi, piena di curve, stretta, sporca, spesso umida ma... adorabile, che ci permetterà di raggiungere il Col des Rhodes e, soprattutto, continuare il nostro giro verso il Cirque de Navacelles.
Rieccoci, quindi su una strada abbastanza ampia ma non priva di curve e panorami, sulla quale attraverseremo il Col de la Pierre Plantée (Trèves) e il Col de la Barrière per arrivare, finalmente, nella strada che è senza dubbio il punto clou di questo itinerario: la Route du Cirque de Navacelles.
Arrivando troverete un grande parcheggio, sulla destra, con le indicazioni per i vari belvedere della zona da seguire a piedi. Io mi ci sono fermato per poco tempo, per scoprire, poi, che dal parcheggio, dopo una curva (100 metri), mi sarei ritrovato all'apice della strada. Sì, perché la Route du Cirque de Navacelles è un colle... all'incontrario: prima scendi e poi risali.
La discesa era appena stata ricoperta di ghiaino (gravillons), una tecnica che usano spesso in Francia per riempire le screpolature dell'asfalto prima di procedere ad una loro ri-bitumazione. Fortunatamente hanno lasciato i tornanti abbastanza puliti ma le moto scendevano tutte ai 20-30 all'ora. Poco male, abbiamo potuto godere al meglio dello spettacolo tutt'intorno.
Giunti al punto più basso ricomincia la salita e... che salita! Sulla sinistra il Cirque. Impossibile da raccontare.
Poi ancora discesa, verso Saint Maurice Navacelles, superato il quale, dopo l'unico rettilineo del nostro giro, dovremo svoltare a sinistra sulla D9, che ci porta sul Col du Vent, più bello nella sua seconda parte, a scendere verso Arboras e Montpeyroux, da dove proseguiremo per Saint Jean de Fos dove troveremo, a destra, il Pont du Diable, un'area che pare una spiaggia della Costa Azzurra, dove anche a ottobre inoltrato ho trovato bagnanti.
Rieccoci nelle Gole dell'Hérault, dove proseguiamo ancora per meno di 4 km, verso Saint-Guilhem-le-Désert, un minuscolo centro con molta storia, nato intorno all'Abbazia di Saint Guilhem, dove nel 804 si ritirò il conte di Tolosa Guglielmo d'Aquitania e che è diventata una delle tappe del tragitto francese del Cammino di Santiago di Compostela. Il luogo merita una bella sosta.
Ripartiamo e procediamo lungo la gola per arrivare ad un ponte in pietra del XIV secolo, splendidamente conservato nonostante sia a tutt'oggi utilizzato per l'attraversamento anche delle auto, che passano a malapena (larghezza massima consentita: 2 metri): il Pont de Saint-Étienne d'Issensac.
Noi lo attraversiamo e, dopo il ponte, svoltiamo a sinistra per tornare a Saint Bauzille, dove ho segnato, sul percorso, un bar che ho trovato molto carino per una meritatissima birretta di fine giro.