Valico Laghicello

Fuscaldo è il paese dove sono cresciuto. Dalla Marina di Fuscaldo, sul Mar Tirreno si raggiunge, sulla SP31, in una decina di minuti il centro storico, Fuscaldo è un antico paese feudale, nel cui territorio erano un tempo compresi i 2 paesi vicini, Paola, paese natale di San Francesco da Paola e Guardia Piemontese, singolare enclave catara in territorio calabrese. In seguito alle persecuzioni da parte della santa inquisizione un nutrito gruppo di catari fuggirono dalla Val Varaita, in Piemonte, e chiesero asilo al Marchese Spinelli di Fuscaldo, che concesse loro l'attuale centro storico di Guardia Piemontese. Ancora oggi, a distanza di secoli, gli anziani parlano il dialetto piemontese. Il paesino è visibile da Fuscaldo dato che si elevano su due alture vicine. Purtroppo la persecuzione raggiunse i catari qualche anno dopo, essi furono sterminati ricorrendo ad uno stratagemma, la porta inferiore della cinta fortificata, da allora si chiama "La porta del sangue"... Lasciamoci alle spalle la storia e godiamoci il panorama del Tirreno, dal piazzale del santuario di Fuscaldo (dedicato a San Francesco da Paola, la cui madre Vienna era nata qui) lo sguardo si spinge fino alla sicilia a sud e fino quasi ai confini con la Basilicata a nord. Noi invece andiamo ad est e seguiamo le indicazioni per il Laghicello e per San Benedetto Ullano. La strada si inerpica velocemente e regala scorci di azzurro per qualche Km, poi la vegetazione cambia decisamente e ci ritroviamo in una galleria di larici che regala refrigerio ed ombra anche in agosto. Attenzione però al fondo, che può essere sdrucciolevole per le foglie e..... per i ricordini lasciati dal bestiame che pascola nei boschi. A circa 10 Km da Fuscaldo, in cima al valico omonimo la strada si allarga sulla destra, dove troviamo un basso edificio di legno, utilizzato dalla comunità montana. Sulla sinistra un largo piazzale sterrato accoglie le decine di auto che affollano la zona a ferragosto e nelle domeniche estive. La stradina acciottolata a destra porta dopo qualche centinaio di metri al Laghicello, il nome lascia intuire che si tratta di un piccolo laghetto, alimentato dalle piogge che si raccolgono sul fondo di una depressione naturale. Purtroppo in estate piena il livello è molto basso, ma resta una tappa interessante in virtù delle numerose piazzole da picnic allestite, alcune con griglie già pronte. Se siete in sella ad una enduro leggera potreste inerpicarvi sullo sterrato che prosegue fino in cima alla montagna e raggiungere i ripetitori radio-tv, il panorama sul tirreno e sulla vallata di Cosenza è spettacolare, ma il fondo è davvero da fuoristradisti esperti. Tornati sulla SP31 non ci resta che proseguire in discesa verso un'altra enclave linguistica: il Vallo. Il Vallo, come lo chiamano i calabresi, è la zona di lingua albanese compresa nella provincia di Cosenza, fondata dagli albanesi esuli per sfuggire all'invasione ottomana durante i secoli dal XV al XVIII, anche qui si parla la lingua di questi antichi popoli, portatevi quindi un vocabolario di albanese, anzi di arbëreshë, come correttamente si dice. La SP31 ci porta quindi a Palazzello e poi San Benedetto Ullano, uno dei primi paesi di lingua arbëreshë, non vi resta che cercare un anziano e farvi raccontare la storia. Il percorso è di circa 30 Km e richiede grosso modo un'ora di guida, soste a parte.
Emanuele Giglio

Emanuele Giglio, Marcello Pianta