Una domenica d'estate senza un filo d'aria e con un'umidità degna della foresta pluviale, una manciata di ore a disposizione e poco tempo nei giorni precedenti per studiare un itinerario adatto per sfuggire all'afa.
Per fortuna che a poche decine di chilometri da casa c'è la Valle d'Aosta, una regione perfetta da girare in moto, che con un pizzico di improvvisazione mi salva sempre la domenica.
Sebbene abbia già percorso pressoché ogni vallata e abbia già fatto più volte tutti i passi più famosi, trovo sempre nuove strade con curve incredibili e paesaggi incantevoli, che non mancano mai di lasciarmi senza fiato.
Decido di viaggiare a caso, imboccando qualsiasi piccola strada che stuzzichi la mia curiosità. Così, dopo un caffè dalle parti di Arnad, arrivata all'altezza di Chambave, decido di attraversare la Dora e salire sul versante sinistro che, chissà perché, si tende sempre a tralasciare a favore del più noto e turistico versante destro.
Ricordando di aver letto una recensione su Stradedamoto, prendo la strada per Fénis e seguo le indicazioni per Saint-Marcel. Mi imbatto in una minuscola strada, che si arrampica sulla montagna in mezzo a boschi e pinete fino a circa 1400 metri di quota, in un susseguirsi incalzante di tornanti.
I cartelli con le indicazioni per i ciclisti indicano una pendenza media del 14%, con punte del 20%. In 20 chilometri la strada presenta oltre 50 tornanti.
La discesa verso Saint-Marcel si snoda in mezzo ai pascoli, con bellissimi scorci sulle montagne e non è meno divertente della salita. Peccato per le numerose auto che salgono in processione verso un ristorante.
Arrivata in fondovalle, dopo questo tragitto, la mia voglia di guidare è aumentata ulteriormente, così decido di salire nuovamente in quota sul versante destro. Seguo le indicazioni per Ville sur Nus, abbandonando presto la strada principale ed i suoi molteplici tornanti, attratta dalle piccole stradine laterali che mi portano sempre più in alto, in mezzo ai pascoli, dove l'asfalto si trasforma in un intreccio di crepe, sassi ed erba. Dopo aver vagato a lungo senza meta alla ricerca di punti panoramici per le foto, decido di scendere seguendo le indicazioni per Lignan, Petit Fénis ed infine Nus. A sorpresa, da Lignan a scendere trovo una strada molto larga, veloce e divertente, con curve ampie e con ottima visibilità.
Arrivata a Nus, un po' stravolta dall'afa che non mi ha mai abbandonata neppure in quota, decido di tornare a Biella lungo la statale 26 fino ad Ivrea ed infine lungo la strada della Broglina che mi riporta a casa.
Duecentocinquanta chilometri di curve, un centinaio di tornanti e dei luoghi meravigliosi: la mia domenica è trascorsa in un soffio.