Itinerario
proposto da Stefano Cirelli
l'iseo, i camuni e la presolana
Prima uscita 2018. Ho solo la domenica, il sabato, passato a lavorare, faceva ben sperare, invece le previsioni per domenica tendono al nuvoloso, piogge sparse. Chissenefrega, c'ho l'action cam cinese nuova da provare, ho messo un ram nel'innesto dello specchietto destro. Lascio Milano alle 8:40 Risultato: dopo 20 minuti di vibrazioni, lo spechietto cede e si mette in una posizione impossibile, e ora sono fermo al distributore a togliere il ram e rimettere lo specchietto come prima. Al diavolo l'action-cam, preferisco vivere. Scusate quindi se non ho immagini.
Dove voglio andare? Al Parco Nazionale delle iscrizioni rupestri camune, a Capo di Ponte, sulla SS42 che porta da Lovere al Tonale. VIsita al parco (alcuni link in fondo), al museo e poi nel pomeriggio giro in montagna verso il passo dela Presolana.
Decido di non fare autostrada, questo primo giro voglio ritrovare la mia moto, ritrovare tutte le marce. Vado per provinciali e statali, destinazione Sarnico. Inutile raccontare l'uscita da Milano, la Cassanese, la strada provinciale "Francesca" (si chiama proprio così!). L'unico posto degno di nota è Vaprio d'Adda, paese attraversato dall'Adda. Prendo nota mentale di tornare a visitarlo in una prossima gita. Arrivando a Castelli Calepio, la provinciale corre lungo il fiume Oglio, poi si alza lungo la riva occidentale e così si gode un magnifica vista del corso del fiume.
E finalmente arrivo a Sarnico, sul Lago d'Iseo. In giro qualche motociclista, non tanti. Faccio colazione in un bar all'aperto davanti all'imbarcadero.
Da Sarnico parte la SS 469, 25 km di budello sinuoso tutto curve, appoggiato alla montagna a picco sul lago, che in certi punti dventa stretto da non far passare due macchine. La strada pennella la costa del lago, ma occhi ben aperti, soprattutto ai ciclisti e ai marciatori. Si arriva cosi a Lovere, altro bel borgo vacanziero.
Da Costa Volpino, subito dopo Lovere, si può scegliere fra la provinciale 55 o la Nazionale 42 del Tonale, entrambe corrono lungo la valle dell'Oglio. Il tempo migliora, sbuca un bel sole, finalmente montagna, malghe, odore di letame quà e là. Dopo 40/50 chilometri veloci, arrivo a Capo d Ponte. Il sito che voglio vedere e sulla destra di Capo di Ponte, si chiama Naquane, lo trovo seguendo le indicazioni.
E' un sito bellisimo, in un boschetto ci sono percorsi e camminamenti in legno fra grandi massi di rocce. Dove le rocce si fanno più lisce, i nosri proto-antenati rappresentavano la loro vita, passando da cacciatori-raccoglitori a agricoltori, millennio dopo millennio, fino all'arrivo dell'era dei metalli. Alle raffigurazioni di branchi di cervi e di lupi subentrano quelle dei cavalli, delle capre, i cani, bovini e suini, compaiono i carri con le ruote piene, le capanne si strutturano su più piani, forse fienili, forse templi, a volte con gli animali dentro. E le armi: lance, frecce, coltelli e le misteriose "palette", che sembrano un po' vanghe. Bisogna imparare a guardare, non sono subito evidenti, alcune sono facili da individuare e intuitive, ma spesso ti chiedi "ma che diavolo è queò graffito?"
Pare che questo sito fosse una zona considerata speciale, per millenni i Camuni dalle zone circostanti si ritrovavano qui per occasioni speciali. I resti con oggeti di vita comune non sono stati trovati qui, ma a qualche chilometro di distanza. Le iscrizioni sono più di un migliaio! Di diverse ere, graffiti fatti con metodi diversi. Qui non ci sono i graffiti colorati di altri siti preistorici, qui le iscrizioni sono scalpellate, graffiando la pietra, con i mezzi del tempo.
I pannelli con gli spiegoni sono ben fatti, ma per comprendere meglio serve il museo. Sono passate le 13, il giro del parco è durato una 40na di minuti, prezzo ridicolo (6 euro) per parco + museo. il museo a Capo di Ponte riapre alle 14. Il personale all'entrata mi consiglia di andare a vedere anche il sito di Cemmo, che ha solo 2 o 3 steli, ed è vicino ad una trattoria e al museo. E vai di "casonsei" annegati nel burro fuso e pangrattato.
Anche le steli di Cemmo sono molto belle, c'è spesso quel disegno a 4 spirali a quadrato che chiamano "la rosa camuna". Tutto è cominciato qui, a fine Ottocento. Quando fu istituito il Word Heritage dell'Unesco, negli anni 90 dello scorso secolo, il primo sito italiano fu proprio il Parco delle iscrizioni rupestri.
Il museo è molto interessante, il personale è stato molto disponible e preparato, e ci sono anche percorsi ludici per i bambini. Purtroppo per fantozziani motivi burocratici, il bookshop è stato chiuso. Mi rimane la voglia di capire di più di quello che ho visto.
Ma ora sono le 15, ora di andare in montagna.
Il passo dl Vivione è chiuso, non per neve, ma per gli smottamenti e le frane. Allora anzichè salire verso Forno e da lì in Val Scalve, scendo vero Breno, e da lì verso Borno. Un bel posto di montagna, ma gli impianti da sci sono fermi, non c'è neve sufficiente. La strada è ottima, tornanti, salite, discese, non molte macchine. Da Borno verso il Valico della Croce di Salven, poi si scende verso Dezzo di Scalve, si attraversa il fuime Dezzo e si sale verso il passo dela Presolana. Strade in buono stato. Manca la neve, dappertutto.
Scendo verso Clusone, mi fermo "Dal Pastisser", una gigantesca pasticceria/bar a due piani, dove mi rifocillo prima del salto verso Milano. Sono le 17 passate, il tomtom dice che saro' alle porte di Milano verso le 18.30. Sperem! C'è ancora luce e non piove. Non facendo autostrada, mi becco un po' di tangenziale di Bergamo, ma le provinciali/statali da Bergamo a via Palmanova sono abbastanza scorrevoli. Aveva ragione il tomtom.
Per oggi può bastare!
Ciao
Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Naquane (wikipedia)
Di Luca Giarelli - Opera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento
Di Nessun autore leggibile automaticamente. Laurom presunto (secondo quanto affermano i diritti d'autore). - Nessuna fonte leggibile automaticamente. Presunta opera propria (secondo quanto affermano i diritti d'autore)., CC BY-SA 3.0, Collegamento