20 Agosto 2017
Era una calda e serena domenica di fine agosto, tutto questo fino a che non ho raggiunto i 3.000 mt. del colle del Sommeiler…
Avevo progettato il mio bel giro per arrivare sul monte Jafferau attraversando la mitica galleria dei Saraceni, si sapevo all’epoca che era inagibile, però volevo provare ugualmente.
Partito da Torino in direzione Susa sulla strada statale del Monginevro, arrivo al bivio di Pramand sulla DX e lo prendo senza esitazione. Dopo una manciata di Km. Diventa sterrata e mi conduce fino all’imbocco della galleria. Provo nonostante i grossi massi che la sbarrano a superarla ma al tempo avevo ancora pneumatici stradali e non fanno gripp sul terreno. Decido così di aspettare se arriva qualcuno a fare il mio stesso percorso per provare a superare l’ostacolo col suo aiuto, ma dopo 1/2 ora nessuno si vede all’orizzonte e così faccio “dietro/Front” Inutile soprattutto quando sei solo, rischiare di fare cose di cui potresti pentirti.
Vabbè galleria sfumata, ora che faccio? Inizio tornando a valle sui miei passi, la lampadina si accende e mi dico, perché visto che sono nella vallata, non andare alla diga di Rochemolles? Detto fatto riprendo la statale e mi dirigo a Bardonecchia, arrivato seguo le indicazioni per la diga e inizio una nuova salita.
La strada diventa sempre più stretta ma agibile anche se il fondo è parecchio viscido, fino a diventare sterrata.
Dopo la diga la strada continua in salita sempre su fondo sterrato, così decido di continuare.
Dopo qualche Km. arrivo ad un bivio e sulla SX vedo un piazzale ed un rifugio con parecchia gente fuori e della musica arriva alle mie orecchie, andiamo a vedere.
Il rifugio è lo Scarfiotti e stanno facendo una rappresentazione musicale, vado in avanscoperta e vedo che dietro il rifugio ad un centinaio di metri o poco più c’è una fantastica cascata ed allora mi incammino per visitarla, durante la sosta mi guardo un po’ la mappa e decido poi di proseguire per il colle del Sommeiler, risalgo in moto, torno al bivio di prima e c’è un capannino con un ragazzo il quale mi informa che l’accesso e regolamentato ed è a pagamento (€ 5 per le moto). Considerando che gran parte delle strade montane ormai sono diventate vietate ai mezzi a motore, il far pagare l’accesso per calmierarlo e magari mantenere in buono stato l’ambiente, mi sembra una buona idea… Pago e mi incammino verso il colle.
La strada si fa interessante piena di tornanti e bei passaggi, poi dopo alcuni chilometri si arriva in un altopiano e dopo averlo attraversato si sale con più pendenza e con un fondo parecchio sconnesso e insidioso al piazzale di fine corsa in prossimità del Colle. La salita è stata un po’ un supplizio anche perché come avevo accennato all’epoca la mia Gigia aveva ancora le coperture stradali e visto le molteplici pietre e il loro aspetto insidiosamente tagliente, avevo paura da un momento all’altro di squartarle e non saper come tornare a casa. Fortunatamente hanno retto anche se devo dire l’ho presa con molta calma e diplomazia. Arrivato in cima ho scoperto che nonostante la giornata serena la temperatura era molto più rigida dell’immaginato e che l’aria aveva quel nonsochè di tagliente. Fatto una passeggiata al di là del lago per scoprire quale fosse il paesaggio mi sono rifocillato e dopo un po’ ho preso la strada del ritorno.
Non è ancora troppo tardi ed allora perché non tornare dal Sestriere? Detto fatto scendo fino a Claviere e poi risalgo al colle del Sestriere e ridiscendo verso casa.
Le mie considerazioni finali sono giornata fantastica, nonostante l’intoppo del primo percorso andato sfumato ho avuto senz’altro la rivincita con gli interessi.
Buona strada a tutti.