Era tutta l'estate che mi proponevo di fare un giro al Colle del Lys, ma per vari motivi lo avevo sempre rimandato.
Approfittando di una giornata di sole, a dispetto delle previsioni del tempo, ho deciso che questa era la volta buona, invogliata anche dal fatto che una buona parte dell'itinerario si snoda in mezzo al bosco. E dunque l'autunno è la stagione ideale per questo percorso.
Sono partita da Biella non troppo presto, per evitare il freddo del mattino e sono scesa verso Ivrea lungo la strada della Broglina, tanto amata dai motociclisti biellesi per le sue belle curve.
Poi, evitando con cura di attraversare Ivrea, ho imboccato la Pedemontana (S.S. 565 di Castellamonte) e mi sono spostata verso la Valle Sacra, senza però attraversarla; da lì mi sono diretta a Lanzo Torinese, passando per Balangero, paese in cui fino ai primi anni '90 era in funzione la più grande cava d'amianto d'Europa.
Dalle parti di Vauda Canavese mi sono imbattuta in un'immensa mandria di mucche alle prese con la transumanza. A me sono tanto piaciute, molto meno invece agli automobilisti fermi in sosta davanti a me.
Da Lanzo in poco tempo ho raggiunto il paese di Viù, da cui inizia la salita al Colle del Lys, lungo la S.P. 197.
Forse per via della stagione, sebbene fosse domenica, non ho trovato quasi nessuna automobile e pochissime moto. Inaspettatamente al pomeriggio, nonostante i 1300 m di quota, l'aria era tiepida e il cielo quasi terso.
La salita da Viù al Colle è interamente in mezzo al bosco, peccato soltanto che l'autunno non fosse ancora al punto giusto per regalare i suoi colori più belli.
L'ultimo tratto interessante è stato la discesa verso Rubiana e poi Almese. Dopodiché la via del ritorno verso Biella è stata piuttosto noiosa, pur avendo evitato l'autostrada, dato che non avevo fretta.