Itinerario
proposto da Fabio
Colle di San Bartolomeo e Passo della Teglia
E' un autunno mascherato da estate. La giornata è meravigliosa e non resta che decidere dove andare, l'importante è non far la fine dell'asino di Buridano (asino che seduto in mezzo a due balle di fieno e due secchi d'acqua morì di stento per non essersi deciso cosa mangiare). L'intenzione oggi non è di fare tantissimi chilometri ma di fare qualcosa di nuovo, di diverso, e magari godere della magia dei colori autunnali.
Parto prestissimo e alle 8 sono gia al casello di Imperia Est, in un clima assolutamente perfetto: 20 gradi. Direzione Colle di Nava ma dopo qualche chilometro prendo per Colle di San Bartolomeo, quel qualcosa di diverso che cercavo. La strada inzialmente è normale, seguendo un tracciato dolce in ascesa, senza eccessi, nè infamia nè lode. Arrivati al Colle il paesaggio è davvero bello con il sole che illumina e accende i colori tipici delle case liguri. Ora si presenta il primo problema, l'indicazione per il passo della Teglia manca e, logicamente sbaglio strada, ma dopo poco incontro un cacciatore al quale chiedo informazioni e mi indica di tornare indietro e proseguire per San Bernanrdo di Conio. Alla mia domanda: "E' bella la strada?", mi risponde con "SI", ma la esse è moooolto strisciata, mentre guardava la moto. Ho capito, ormai sono esperto di deviazioni perigliose, senno che adventure sarebbe?
Seguo le esaustive indicazione del cacciatore e curva dopo curva capisco l'incedere incespicato del suo ironico "SI". La strada, seppur bella, diventa una sorta di enduro stradale con buche e avvallamenti ,ma il tutto è molto divertente. Arrivo a San Bernardo di Conio ed ecco il bivio a destra da imboccare.
Cambia il mondo.
Il tracciato stradale è completamente inserito in un contesto boschivo di grande bellezza, misto tra castagni e faggi (non sono esperto di alberi). La sensazione proseguendo nel viaggio è che la natura stia prendendo il sopravvento sulla civiltà: le foglie hanno allagato il manto stradale creando un tappeto colorato, le ramaglie laterali ogni tanto mi colpiscono il casco e l'asfalto, ove visibile è colorato di verde dal muschio. Sarà tutto bellissimo ma chiudo drasticamente la manopola del gas e procedo con estrema cautela.
Più mi addentro e più mi sento solo. Intendiamoci, è bellissimo, ma comincio a pensare di essere in quel luogo ove speri sempre che non accada nulla di brutto. Da qui in poi, ancora peggio. La strada drasticamente si restinge, con un asfalto ricoperto di ricci di castagne. Di anime vive nemmeno l'ombra.
Non mi faccio intimorire e dopo un'pò ritorno alla civiltà: Rezzo. Da qui il rientro alla Statale che mi porterà al Colle di Nava. La strada fatta è sicuramente divertente ma molto adventure, non consigliata a stradisti e velocisti, da fare con calma e godersi i colori degli alberi. (e rami sul casco).
Dal Colle di Nava a Garessio e qui prendo la SP213 che mi porta a Calizzano. Sarà una scoperta MERAVIGLIOSA. L'asfalto è perfetto e attraversa un bosco incantevole.
Cercavo le sensazioni calde e malinconiche capaci di imprimere sensazioni uniche, e sono stato accontentato.
La luce breve dell'autunno ha ancora addosso l’estate, ma le atmosfere sono più intime, più ragionate.
Parto per arrivare sempre in un posto che possa regalarmi qualcosa da raccontare. Mi emoziona sempre attraversare tale bellezza, e la moto mi rende protagonista di questo soliloquio, ma ogni parola muore appena detta, il vero protagonista è, forse, il silenzio.
Giungo a Calizzano con un sorriso stupido sulla faccia vedendo una nebbia delicata che avvolge ogni cosa ed il profumo persuasivo della legna che brucia nelle stufe.
Da qui verso Millesimo con il dispiacere che il giro sia ormai solo "ritorno"....