Itinerario
proposto da Massimo Simoni
Linea di confine in Friuli
L’intento di quest’anno del nostro “secondo viaggio di nozze” in moto è quello di percorrere le strade in Friuli il più vicino possibile al confine con la Slovenia.
In un paio di giorni, dopo aver passato serate tra google maps e lo stradario del TouringClub, riusciamo a tracciare un percorso e prepariamo il roadbook con le tappe, le pause, le ore massime di guida e i posti da visitare.
Si percorrono nella maggior parte strade secondarie e locali, poco trafficate, perlopiù dai residenti, a volte anche strette e con poca visibilità. Generalmente il manto stradale è buono, ma può capitare di trovarlo improvvisamente dissestato. I distributori di benzina sono solo lungo la statale. Non mancano curve e tornanti e i molti panorami sono aggratis!
Giorno 1.
Trasferimento nel pomeriggio da Tessera (VE) verso Gorizia percorrendo tutta la SS14, con tappe a Portogruaro e S.Giorgio di Nogaro. Arrivo in serata a Oslavia, qui un paio di foto all’Ossario e subito dopo siamo a S.Floriano del Collio dove pernottiamo presso la Foresteria del castello Formentini.
Giorno 2.
Ore 7 ci pensano le vicine campane della chiesa a svegliarci dolcemente. Colazione e si parte!! Scorazziamo su e giù per strade secondarie delle colline del Collio, passando per Giasbana, Plessiva,Vencò, Dolegna del Collio, Mernico … ad accompagnarci moltissimi vigneti e qualche villa o castello.
A Albana comincia la strada che per circa 10 km corre parallela nel fondovalle a quella slovena, a volte visibile e separata solo dal torrente. Alla deviazione per Castelmonte tiriamo dritto perché vogliamo salire per la strada “fantasma” di Codromaz: quasi completamente immersa nel bosco si sale faticosamente e di certo non aiutano alla guida l’asfalto disconnesso, le ripide pendenze e gli stretti tornanti, a volte in mezzo alle case delle piccolissime frazioni attraversate.
Passato lo spauracchio incrociamo la strada di Tribil, si svolta a destra e via. La moto ora va un po’ più veloce, scende dolcemente in piega sulle numerosissime curve che attraversano a tratti un bosco di castagni da cui traspare il panorama sulle colline friulane: attenzione in questo periodo autunnale alla presenza di castagne e ricci sul manto stradale! Passati i due omonimi paesi cui è intitolata la strada e arrivati in località Rucchin si può scegliere se proseguire dritti verso il confine (zona del Kolovrat) e allungare un po’ la strada o accorciare direttamente verso Clodig. Noi per questioni di tempo scegliamo la seconda.
Da Clodif inizia il Passo di S.Martino che dopo aver scollinato porta a Cepletischis. Prossima tappa, vista anche l’ora imminente di pranzo, è il rifugio Pellizzo sul Monte Matajur, dove le favorevole condizioni meteo promettono panorami mozzafiato. Scendiamo verso Savogna per procurarci qualcosa da mangiare e poi su subito per la strada comunale di Masseris in direzione paradiso: peccato per quel poco di foschia presente, ma il panorama che ci viene regalato è lo stesso stupendo.
Spuntino veloce. Ora bisogna portarsi verso valle perché strade vicino al confine non ce ne sono più. Lo facciamo percorrendo da Montemaggiore la stretta strada che passa per Stermizza e Ieronizza e porta a S.Pietro al Natisone dove ne approfittiamo per fare anche il pieno di benzina.
Siamo sulla SS54 e si va in direzione nord fino a Loch: si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Erbezzo e Montefosca. Strada non proprio larga, buon manto stradale, godibilissima nella guida. In alcuni punti si può ancora intravedere il Monte Matajur. Poco prima di raggiungere Pian delle Farcadizze sul confine sloveno, la strada ha evidenti segni di scarsissima manutenzione tant’è che sembrava di correre su strada sterrata invasa dalla vegetazione.
Ora possiamo entrare in Slovenia rimandando al giorno seguente il tratto di strada italiana di confine mancante. La strada è numerata come 601 e passa per Podbela. A Borjana si unisce alla 602 (Passo S.Antonio na privale lato sloveno) e arriva fino a Kobarid.
Siamo già nel tardo pomeriggio. La 203 va verso nord fino al confine italiano ma prima di entrarvi recuperiamo una tappa rimandata lo scorso anno, il Mangart: 12 km di strada stretta senza barriere che sale vorticosamente nella vallata fino alle pendici del monte. La strada è a pagamento, ma arrivati al casello neanche l’ombra del bigliettaio. Meglio!! Il primo tratto è in bosco mentre il rimanente è allo scoperto. La strada è stretta e si fa veramente fatica a passare quando giunge un auto in direzione opposta....qui il panorama è veramente a 360°, talmente meraviglioso da farci perdere la sensazione del tempo.
Rientriamo per il passo di Predil in Italia ma siamo in ritardo sia per la visita alle miniere che per la cena a Cave di Predil.
Giorno 3.
Non ci sono campane, ma ci svegliamo ugualmente presto. Alla partenza ci fanno compagnia i magici colori del lago e le storiche rovine dei forti. Giù per Sella Nevea fino alla SS54 con tappe alla cascata del Repepeit e al Fontanone di Goriuda. Entriamo nella Val Resia per la SP42.
La strada della Sella Carnizza ha due facce: la prima si inerpica senza barriere dentro un fitto bosco e dopo qualche tornante si giunge nel punto più alto; qui si apre la vallata e la percorre tutta nella sua stretta lunghezza sulla sinistra, con abbondanza di curve senza visibilità che ti obbligano a tenere lo sguardo già puntato sulle curve successive per evitare spiacevoli incontri.
Arrivare a Uccea, vicino al confine, significa aver terminato il tormentato percorso. Si volta a sinistra per la SR646 del Passo di Tanamea , dove la guida è più tranquilla con la compagnia dei Monti Musi sulla destra
Sul rettilineo di Vedronza si devia a sinistra: è la classica strada friulana che unisce varie frazioni (Lusevera, Miccotis, Monteaperta, Taipana), poco trafficata e con asfalto ben tenuto. A poco a poco, dopo aver disegnato sulla mappa una strana forma geometrica, ci avviciniamo nuovamente al confine. Si intravede un piccolo capitello: siamo sulla Sella di S.Antonio na Privale lato italiano. Foto di rito. Ora tutta discesa. Si passa per Prosenicco e sul Pian delle Farcadizze incrociamo la strada che abbiamo fatto all’andata da Montefosca: benissimo, questo vuol dire …percorso completato!!
Si scende ancora. Cominciamo a lasciarci alle spalle le montagne friulane. La strada ha in alcuni punti il manto stradale rovinato, non mancano le curve e nemmeno gli ultimi panorami che il Friuli vuole ancora regalarci: le belle colline friulane e in fondo in fondo… il mare! Da Canebola ci sono gli ultimi passaggi per le piccole frazioni, ultimi tornanti… la strada comincia a raddrizzarsi e tocchiamo terra: siamo a Faedis.
La prossima tappa è Cividale del Friuli...dobbiamo vedere 'sto famoso Ponte del Diavolo! Breve visita alla città, poi statale per Palmanova fino a Porpetto: ora ci resta solo noiosissima autostrada A4 fino a Venezia e tutto il tempo di programmare l'edizione 2019! 650km in due giorni e tante tante Strade da Moto. Mandi Friul <3