Sono le 6.45 e sono già in moto. E' ancora buio. Fa fresco a Genova. Parto.
A Mondovì è molto nuvoloso e fa freddo, non ci sono abituato ma stavolta mi sono attrezzato. Arrivo al Colle della Maddalena e la montagna mi fa subito capire chi comanda: un vento forte con temperatura vicino allo 0°c. No, no, non mi fermo, avevo promesso a me stesso che prima della fine dell'estate avrei fatto anche l'Izoard e non mi fermo, sia quel che sia. Me ne hanno parlato così tanto e così bene che non posso aspettare un 8-9 mesi per viverlo.
La mia ostinazione è subito premiata, appena faccio la discesa in Francia il cielo diventa di un colore blu che difficilmente si vede, e la temperatura sale oltre i 10°c rendendo il viaggio gradevole. Giro per il Col de Vars che, essendo al sole, si fa apprezzare ancora di più.
Giornata migliore non potevo scegliere: il cielo è bellissimo, il sole scalda, si sente aria d'autunno, con qualche albero che ha iniziato a colorarsi di oro, ma i prati sono verdissimi e la tramontana, il vento che tutto pulisce, accentua i colori di tutto il paesaggio rendendolo veramente magico. Mi sento fortunato ad essere li in quel momento. Supero il Col de Vars e arrivo a Guillestre dove proseguo fino al bivio per l'Izoard.
La salita è veloce ed il cielo è sempre più blu. Mi fermo in uno spiazzo assieme ad altri motocicilisti per ammirare il paesaggio. E' davvero bellissimo e diverso dagli altri. Le montagne a picco formano scivoli naturali di pietrisco, ma tutto dannatamente ordinato. Arrivo al Passo dove è posizionata il memoriale. La foto è d'obbligo ma tutto il contorno è ancor più bello, l'opera della natura.
Decido di fermarmi e riposare, visto che non lo avevo fatto dalla partenza. Sono stanco e penso che non sono riuscito nemmeno a prendere un caffè perche i magnifici paesini francesi pare abbiano girato la levetta sull'OFF (tutto chiuso). Finalmente mi siedo e penso a chi etichetta la moto solo come un mezzo di trasporto o ad altri che la chiamano banalmente libertà. Per me è di più, molto di più. Lo so che anche questo giorno, domani diventerà una storia che racconterò a qualcuno e che le foto fatte probabilmente andranno al macero, ma in questo momento sta succedendo ed è bellissimo, grazie a quel "pezzo" di ferro posteggiato al mio fianco.
Dopo tanto filosofeggiare, prendo e riparto e vedo che alla prima curva c'è il fotografo di internet. Beh...gliela facciamo vedere una bella curva? Boh si, ma la curva è senza protezione a valle! Meglio non esagerare e non finire nel ristorante di sotto. Sai che ridere????
Arrivo al Monginevro e il vento si fa sentire di nuovo. Da qui all'Autostrada Torino-Bardonecchia e quindi noia fino a Genova.
In mezzo ai molteplici camion che percorrono l'autostrada mi sento come un agile acciuga che sfida un mare in tempesta.