Itinerario
proposto da Fabio
Lago di Ortiglieto, Lago di Osiglia, Passo del Melogno
Il caldo in città è di quelli soffocanti e non molla. Ho la giornata libera ma non ho programmato nessun giro particolare. Così parto al “cazzeggio” con l’idea di andare a cercare il fresco e il mare non è il posto giusto.
Mi balena l’idea di quando eravamo bambini e, se non andavamo al mare, andavamo ai laghi.
Voglio fare una gita completamente “Autostrada-free”, così vado in direzione del Passo del Turchino e da qui per il Passo del Faiallo. Nonostante l’altitudine l’aria rimane bollente come da tanti anni non ricordavo.
Dal Faiallo punto al primo lago, direzione Tiglieto, quindi Olbicella. La strada è molto affascinante, un Verdon in piccolo. Discreto l’asfalto, belle curve, il tracciato abbastanza largo e un bello strapiombo che ti fa pensare di essere in una terra lontanissima..
Finisce la strada asfaltata e inizia un breve e facile tragitto di sterrato, ma dura poco, (purtroppo) e in pochi km sono ad Ortiglieto, con la sua bella diga. Nel 1935 vi fu un evento disastroso ed il crollo della precedente.
Venivo qui da ragazzo a fare il bagno con gli amici, i tuffi, le cazzate, le sfide a chi si avvicinava di più alla diga, nonostante le raccomandazioni dei genitori, che ci raccontavano di bambini inghiottiti dai temibili mulinelli. Non so se fosse vero ma ci pervadeva un grande senso di paura, La vista di quello specchio d’acqua mi ha un’pò emozionato, come tutti i ricordi che riaffiorano all’improvviso, momenti lontani eppur così vicini. Rivedo i visi di ragazini, oggi uomini, e di chi ahimè ci ha prematuramente lasciato. Poi mi giro e vedo che il famoso ristorante Miralago è solo un triste rudere, un monumento a fasti passati. Quello che invece noto è il passaggio dell'IPERFIBRA che da il colpo letale ad un asfalto già di per sè abbandonato a sè stesso. Un indecoroso serpente, a volte scavato, a volte elevato che rende difficile la guida, e la mappatura ENDURO si rende più consona al percorso (tristezza).
Bando ai sentimentalismi, giro le forche e vado a Sassello: caffè veloce e via per Pontinvrea.
Arrivato a Pontinvrea direzione Millesimo. Questa strada percorre un bel bosco di castagno, che mi riprometto di percorrere in autunno e vederne la magia dei colori, mentre la parte finale è una pista.
Da Millesimo prendo per Calizzano e devio per il Lago di Osiglia, il secondo di oggi. Questo invaso artificiale è molto più bello e turistico del precedente con un paio di Ristoranti e Bar. Il lago può essere percorso in moto su quasi tutto il suo argine e il ponte di raccordo che lo taglia in due è ottimo per foto ricordo.
Decido di non fermarmi qui a mangiare e punto alla bella Calizzano.
Calizzano è un bellissimo paese che potrebbe essere collocato in qualsiasi luogo turistico, famoso per la raccolta e lavorazione dei funghi, ma non mi fermo a mangiare nemmeno qui.
Direzione Garessio e dopo un tracciato pazzesco di curve, di ampi tornanti a saliscendi continui, arrivo a mangiare…meno male.
Voglio andare ancora una volta fino a Nava: qui la strada è prettamente rettifila, larga e veloce, rilassante, dopo tutte quelle curve.
A sto punto dovrei scendere a Imperia, ma ho detto che non avrei preso autostrada e così torno indietro passando per Ceva.
Considerato che in moto, a differenza che nella mia vita, sono governato dall’improvvisazione, ad un certo punto vedo un cartello per FINALE LIGURE ed ecco che cambio itinerario.
Un bellissimo passo, tormentato e lungo mi riconduce a Calizzano e da qui il Passo del Melogno. Vi consiglio di farlo almeno una perché la faggeta che vedrete è davvero uno spettacolo. Alberi secolari con un sottobosco pulitissimo e una luce del sole che filtra timidamente, creando un atmosfera da favola.
In cima al Passo del Melogno trovo la famosa Base Militare Americana che tanti misteri ha suscitato in questi anni.
Da qui direzione Finale Ligure attraverso un serpente di curve divertenti. A Finale Ligure il caldo è ammorbante ma non mollo e faccio la Riviera. Oggi il mare alla Baia dei Saraceni era di un verde smeraldo quasi surreale.
A Savona decido per l’autostrada perché ho paura del traffico cittadino.
Maledetta autostrada ma arrivo a casa con 36° gradi…..