Itinerario
proposto da Fabio
Genova-Colle di Tenda-Sanremo-Colle di Nava (Il giorno perfetto)
Ci sono giorni perfetti per fare le cose, quando tutto è al momento giusto, e mentre vedo il sole filtrare dalla persiana alle 7.00 del mattino capisco che questo Sabato di un Maggio capriccioso non andava sprecato per nulla al mondo.
Veloce giù dal letto e via nel garage: la moto era già pronta, con ogni accessorio da pioggia, visto che l’itinerario previsto, ed una tarda primavera travestita da inverno, lo richiede, ma oggi, come detto, è tutto perfetto.
Prendiamo l’autostrada direzione Savona e a Varazze l’aria è già calda, e sembra estate:bellissimo.
Da Savona via veloce direzione Torino, con uscita a Mondovi per proseguire nelle campagne verdeggianti. Peveragno, Boves, Borgo San Dalmazzo e attacchiamo Limone Piemonte.
L’aria si fa più fresca ma è bellissimo: i campi verdi, il fiume impetuoso che scende giù veloce, e sulle cime ancora neve abbondante. Mentre guardo tutto questo ipotizzo risposte alle mie domande: «il Divino, dimora nel circuito degli ingranaggi del cambio di una moto». Questo pensiero è la minuscola leva che serve a sollevare altre domande a cui invece faccio fatica a dare risposte.
Giunti a Limone Piemonte un caffè veloce, e poi direzione Tunnel del Colle di Tenda. Tutti in coda col timer che indica i minuti allo scatto del semaforo verde. I motori si accendono e le moto scattano davanti alle auto per imboccare il tunnel che alla fine sfocia in Francia. Bellissime le prime curve a discendere, Una serie di ludici tornanti, anche impegnativi, dove le moto si sorpassano e giocano tra loro. Le velleità sportive, però, ben presto tendono a sciamare perché i controlli della Gendarmeria Francese sono serrati e non tardano a fare capolino lungo il tragitto.
Il nastro di asfalto a scendere è bellissimo, belle curve, paesaggio coinvolgente e un aria calda che già dopo pochi km profuma di mare.
Per me, viaggiare non è solo soltanto l’invocato senso di libertà, è un’occasione per svuotare i canali della coscienza ormai ottenebrati dalle macerie di pensieri divenuti stantii. E invece altri pensieri crescono rapidamente come erbe dalla cronaca del viaggio.
La discesa, ahimè, finisce troppo presto, come i sogni mattutini. Come da bambino tornerei su, per scendere di nuovo, ma non posso proporlo al mio socio di viaggio: forse non capirebbe. Arriviamo a Ventimiglia con un’ po’ di malinconia: questa è la giornata perfetta e non possiamo già chiudere il giro, no, proprio no.
Giungiamo alla bellissima, e floreale, Bordighera e qui decidiamo di andare al Principato di Seborga. Bellissimo paesino Medioevale, ricco di fascino, di storia e..... di streghe. Decidiamo di fermarci a mangiare e ci riposiamo un’oretta. Un po’ mesti, e senza idee, riprendiamo la via del ritorno passando da Ospedaletti, Sanremo, Bussana. Capisco che ormai l’estate è alle porte e tutto ciò mi pervade di una lusinghiera felicità, come quando finiva la scuola e iniziava il mio mondo spensierato. Bei ricordi.
Arriviamo a Imperia e qui il tarlo del viandante prende il sopravvento: ad una rotonda un cartello richiama la nostra attenzione. Perché no? La Valle dei castori! Tiriamo su per Pontedassio e Pieve di Teco, attraverso una strada che per buona parte prosegue in Galleria, e poi su alti cavalcavia, percorso dolce e rilassante.
L’ultimo tratto inerpica e ci conduce al mitico Colle di Nava dove, ad un certo punto pensiamo di trovarci impropriamente all’interno delle prove libere di una gara di moto GP.
Dal Colle di Nava a Garessio la strada è pianeggiante e ben movimentata lungo il fiume. Sembra di essere in alta montagna e non a pochi km dal mare: incredibile scenografia ligure/piemontese.
Anche Garessio merita una visita al suo centro storico, e poi via all’ultima scalata, fino alla discesa per Albenga. Qui la strada dopo qualche km si stringe e incontriamo parecchi automobilisti che hanno scambiato, anche loro, la strada per una pista, con evidenti pericoli, soprattutto per noi dueruotisti.
Eccoci di nuovo al mare e da qui arriviamo a Finale Ligure, e poi Varigotti con le sue scogliere a strapiombo. Guardo la Baia dei Saraceni, col mare quasi calmo, l’aria tiepida e il sole che cala.
Rallento e guardo ancora, non so cosa ne farò, ma so che mi sto creando un ricordo. Spengo la moto e posteggio subito dopo la Galleria fuori Varigotti. Da lì 5 minuti a piedi, fino alla Torre Saracena.
Ora il mare è ai miei piedi con uno strapiombo da brividi. Il momento è davvero magico, il sole sta sparendo all’orizzonte come nei più bei film romantici, il momento si nutre del mio fiato: prendo il casco e mi ci siedo sopra, forse dovrei fare una foto, ma poi penso che l’immagine più bella sarà mia per sempre e che oggi è stato davvero perfetto!