Itinerario
proposto da Fabio
Genova-Albisola Sup-Sassello-Pontinvrea-Savona. (Ogni lasciata è persa)
Un sabato pomeriggio di meteo incerto e solo tre ore di tempo. Rapidamente apro come un ventaglio le possibilità di giri nel novero dello “spazio/tempo” a me concesso e come da un mazzo di carte estraggo l’itinerario odierno. Guardo il cielo e il buon senso mi dice di non andare. (Chissenefrega)
Per me il viaggio, breve o lungo che sia è come un libro ma senza trama. Quando parto non reco con me le aspettative, quelle ho capito che devo sempre lasciarle a casa, prendo quello che viene, ma porto la curiosità e la mente aperta a ricevere.
Percorro la Riviera di Ponente con un bel sole e questo è un valore aggiunto a questo bel tratto di strada abbarbicata alla costa: Arenzano, Cogoleto, Varazze, la bellissima Celle Ligure e giunto ad Albisola prendo la SP334 che mi conduce al Sassello.
La strada è un déjà vu malinconico per noi ragazzi degli anni 60/70 e racconta di scampagnate domenicali quando si usciva solo con le famiglie, quando viaggiare era davvero una festa, quando le partite di calcio si vedevano solo allo stadio, realtà anacronistiche. A testimonianza di parole e memorie del passato gli ultimi agonizzanti ristoranti che resistono lungo il tratto stradale, che espongono cartelli con scritto a pennarello: “APERTO”. Anche la strada, ahimé, testimonia l’usura del tempo e l'incuria delle amministrazioni e le numerose buche e smottamenti dissuadono velocità sostenute, forse, e anche più degli autovelox. Peccato perché il percorso è molto bello.
Ancora in trance di rimembranze, giungo in piazza al Sassello, un vero centro di adunanza di motociclisti provenienti dalla Liguria e dal Piemonte, un ombelico irrinunciabile per raccontarci le cazzate da motociclista, mentre si beve un caffè e si mangia le specialità del posto.
Dopo la sosta obbligata eseguo un rewind di percorso e punto direzione Pontinvrea. Arrivare a Pontinvrea è un piacere, la strada è pianeggiante, larga e contornata da prati verde e rigogliosa vegetazione. La preoccupazione viene dal cielo sempre più buio: Nel centro del paese svolto a sinistra, direzione Savona, e da qui cambia il paesaggio diventando un tracciato divertente all’interno di una fitta boscaglia. Il tempo inizia a farmi capire che forse le previsioni erano sbagliate, ma non mi importa, non adesso, è tardi per tornare indietro. Qualche goccia inizia a scendere maligna. Viaggio in solitaria, non si incontrano macchine per parecchi km e non ci sono case, e in questi momenti mi sovviene che non dico alla famiglia mai dove vado: brutta abitudine.
Arrivato a Montenotte Superiore taglio direzione San Bartolomeo del Bosco dove la discesa è davvero da favola. Il serpentone di asfalto è bello, con curve per ogni capacità, il contorno è rigoglioso e l’altezza permette una bellissima vista di Savona.
Il meteo ora è con me: le nuvole nere si diradano per un sole bellissimo e vado fiero. Giunto a Santuario mi fermo per visitare la Chiesa: merita.
Da qui a Savona il passo purtroppo è breve. Ancora una volta mi stupisco come le strade liguri riescono a mutare nella vegetazione, nel clima, negli odori in così poco tempo. Dal centro di Savona mi dirigo a ritroso verso Genova e le nuvole nerissime ora minacciano la costa. Ho la sensazione che quello che mi è stato risparmiato prima lo pagherò con gli interessi da qui a poco.
A Varazze il contrasto del blu del mare con nero del cielo è comunque uno spettacolo affascinante e anche se so che la prenderò tutta penso che farà parte dello spirito del motociclista. Me la sono chiamata, ed è arrivata la pioggia. Dura quel tanto che basta e rende ancora più bella questa mia breve gita.
La nostra meta non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose.
H. Miller