Massimo Corposanto Massimo Corposanto

Itinerario

proposto da Massimo Corposanto

Il 07/11/2025 Massimo Corposanto ci ha proposto questo itinerario da 4.284 Km da percorrere in 7 giorni.

Wildcamping sui Pirenei (maggio 2025)

07/11/2025

Quick links: Itinerario giornaliero dettagliatoCosti realiGraficiYoutube videoMappa completaScansione cartina


GIORNO 1: SABATO 24 MAGGIO (SESTO FIORENTINO – VILANOVA DE LA MUGA) 1072 KM

L'eccitazione mi pizzica la pelle, non dormo da giorni. La moto è stata curata, preparata, ogni bullone controllato. Finalmente, il grande giorno è arrivato, e io non sto più nella pelle!

Alle 2:30 del mattino, sono in sella, avvolto nel buio e nell'aria fresca della notte. Un trasferimento autostradale notturno, un lungo e monotono ronzio verso la libertà. Il tempo vola, e alle 7:00 sono già in Francia a fare colazione. Il cielo è sereno, l'aria è frizzante: tutto sembra filare liscio, la moto macina chilometri con la precisione di un orologio svizzero. Il mio spirito è alle stelle. Sto andando incontro alle vette innevate dei Pirenei, la mia destinazione.

...Ma l'universo aveva in serbo un brusco risveglio.

Alle 11:00, al casello di Saint Martin de Crau, sono fermo in fila, un'incolonnamento lento, quasi ipnotico. E poi, il caos: la macchina davanti a me, inspiegabilmente, mette la retromarcia e mi centra in pieno! Un colpo sordo, un istante di orrore. La mia moto, preparata con tanta cura, è a pezzi: parafango, becco, parafari… tutto in briciole.

Sono appena partito. Non sono nemmeno in Spagna e ho il mezzo di trasporto, la mia compagna di viaggio, ridotta così. Una rabbia sorda mi sale in gola, ma cerco disperatamente di rimanere calmo. Devo. Pago il casello, mi sposto nella prima piazzola e, con il signore che mi ha tamponato, compiliamo il CID.

Il vero terrore è che ci sia qualcosa di vitale piegato o rotto, qualcosa che mi impedisca di continuare, anzi, di iniziare il mio viaggio. Un veloce smontaggio dei pezzi rotti e, benedetto sia il NASTRO AMERICANO (santo subito!), riesco a tamponare i danni estetici. Il test cruciale: riparto. La moto sembra viaggiare bene, nessun tremolio o vibrazione strana. Decido: si continua! La Spagna è la meta, e nulla mi fermerà.

Superata la rabbia, il paesaggio mi offre il suo balsamo. In lontananza, le cime innevate dei Pirenei cominciano a fare capolino, la mia promessa di avventura. Comincio a star meglio, la ferita si attenua.

Esco dall’autostrada a Perpignan, finalmente, e mi dirigo verso la costa. La prima vera tappa pirenaica è la suggestiva Collioure, con la sua Torre Avall, e subito dopo l'obelisco di Port-Vendres. Ma è quando imbocco la D914 che la magia accade. La strada è un serpente che si snoda lungo la scogliera, a picco sul Mar Mediterraneo. È talmente bella da spazzare via la stanchezza del trasferimento e l'arrabbiatura per il tamponamento. Sono felice, di nuovo!

Passo Cap Rederis, il faro solare di Cap Cerbere, e raggiungo il Col de Balistres. Eccomi, finalmente in Spagna! La strada cambia nome, diventa la N-260, ma rimane spettacolare. Continuo lungo la costa, fino a punta di Cap de Creus, il punto più a est della penisola iberica, dominato dal suo faro omonimo. Faccio un'ultima deviazione per vedere la casa di Salvador Dalì a Portligat.

È tardi, la levataccia e i mille chilometri si fanno sentire. Alle 20:00, la stanchezza vince: opto per un Wildcamping in una piazzola a Vilanova de la Muga, buttato in mezzo ad altri camper. Domani si entra nel vivo.


GIORNO 2: DOMENICA 25 MAGGIO (VILANOVA DE LA MUGA - BOSSÒST) 464 KM

Mi sveglio che è ancora buio, sistemo la tenda e alle 6:00 sono già in viaggio. Il sole sta per sorgere, promettendo una giornata magnifica. Salgo subito al Col de Perthus, un passaggio più strategico che motociclistico. Breve deviazione per il Fort de Bellagarde, dal quale si gode una vista splendida su tutta la vallata. È soleggiato, la moto scalda gli pneumatici. Sono rientrato in Francia.

Inizia una serie infinita di colli, con stradine strette, un vero paradiso per i ciclisti francesi: Col de Llauro, Fourtou, Xatard, Palomere, Perché. Belle le deviazioni per il Fort Liberia e lo Chateu de Carol.

Poi, la strada comincia a salire sul serio. Il Col de Puymorens è un'anticamera della vera montagna, e la guida si fa entusiasmante.

E poi, la Dogana. Andorra! Scollego il Roaming: qui la benzina costa quasi la metà, e devo approfittarne. La strada si inerpica, e le montagne intorno si coprono di neve. I panorami sono incredibili, le vette si stagliano, maestose. A mezzogiorno, sono sul tetto dei Pirenei: il Port d’Envalira, 2.409 m s.l.m., il passo montano più alto d'Europa aperto tutto l'anno.

Pranzo in un'area di sosta con un panorama mozzafiato, e poi salgo al Mirador Roc Del Quer, dove una passerella a sbalzo mi regala una vista eccezionale sulla vallata di Andorra.

Esco da Andorra ed entro di nuovo in Spagna (e riattivo il roaming!). Mi perdo nei vicoli di Urgell alla ricerca della Cattedrale di Santa Maria, un piccolo intoppo che mi riporta alla civiltà. Riprendo la mitica N-260 (Eje Pirenaico) per salire al Port de Cantò.

Un'altra deviazione sulla C-13 per la Torre d’Escalò, e poi su, verso il Port de la Bonaigua. La vista dal Guardader de Beret è magnifica, mi sento un esploratore. Ma mi trovo nel parco nazionale dei Pirenei, e qui, il campeggio libero è severamente vietato. Tutte le stradine sono chiuse, cartelli di divieto ovunque. Sono le otto di sera e non ho trovato nulla. Sono stanco, stanchissimo. Alla fine, con un atto di ribellione mista a disperazione, mi butto in mezzo ai cespugli, nei pressi di alcune case a Bossòst. I locali che passano mi guardano male, lo sento, ma chi se ne frega? Sono troppo esausto per spostarmi. Mi chiudo in tenda e crollo.


GIORNO 3: LUNEDÌ 26 MAGGIO (BOSSÒST - FUENCALDERAS) 466 KM

Sveglia alle 7:00. Il cielo è nuvoloso, molto nuvoloso, ma non piove: una tregua. Attraverso nuovamente il confine, al Col du Portillon, e sono sulla D-618 in Francia. Veloce visita alle belle cascate di Juzed de Luchon e poi si sale per il Col de Peyresourde. Mi butto in uno sterrato alla ricerca della Tour de Moulor, ma mi perdo nella boscaglia. Desisto, rientro nell'itinerario e salgo sul Col d’Azet, un punto molto panoramico che, purtroppo, il cielo coperto limita.

Prendo il tunnel di Bielsa-Aragnouet, che mi riporta in Spagna. E qui accade il miracolo: il cielo è completamente limpido, neanche una nuvola! I Pirenei sono una vera barriera per le nuvole, la parte spagnola è decisamente più soleggiata e secca.

Scendendo per la A-138, mi fermo al Congosto de las Devotas, un passaggio stretto scavato dal fiume Cinca, un luogo "nascosto e magico". Arrivato a Aínsa-Sobrarbe, riprendo la N-260 direzione ovest. Strada Super TOP! Impossibile andare piano, la moto si diverte.

A Sabiñánigo prendo la N-330 e ricomincio a salire. Pausa pranzo in riva all’Embalse de Búbal, un lago alpino incantevole. Attraverso il Passo del Portalet per rientrare in Francia. Qui, come per incanto, il cielo è di nuovo nuvoloso. Salgo al Col de Marie-Blanque, completamente immerso in una fitta nuvola bassa: non si vede a un metro, un'esperienza quasi mistica e un po' inquietante.

Riscendo dall'altro versante e prendo la N134, dove trovo il Fort du Portalet, un'imponente fortezza di montagna. Attraverso il Col de Somport e rientro in Spagna. E come per magia, le nuvole si diradano, lasciando spazio ai raggi di sole. La mia teoria sulla barriera pirenaica è confermata.

Arrivato a Jaca, prendo la A-1205 per il Puerto di Oroel. La strada attraversa un’area rurale, è splendida e in 40 km incrocio solo tre macchine. Un vero piacere di guida.

Rimango estasiato dall'imponenza dei Mallos de Riglos, uno spettacolare gruppo di formazioni rocciose calcaree, un paesaggio che sembra di un altro mondo. Il pomeriggio volge al termine, devo trovare un posto per accamparmi.

Prendo una stradina regionale (la A-1202) alla ricerca disperata di un luogo per la tenda. La strada sale, sono in zona Fuencalderas, e quando scollina, vedo la salvezza: una strada sterrata che si inoltra nel bosco. Al primo punto pianeggiante mi fermo e monto la tenda. Sono isolato in vetta a un monte, con la visuale su un'intera vallata. Il tramonto è splendido, i colori accendono il cielo. Aspetto che cali il crepuscolo e vado a letto felice, in pace.


GIORNO 4: MARTEDÌ 27 MAGGIO (FUENCALDERAS - OCHAGAVÍA) 485 KM

La sveglia suona presto, ma ne vale la pena: ammirare il crepuscolo mattutino da questo punto panoramico è impagabile. Sistemo velocemente l'attrezzatura e parto. Oggi si prospetta una giornata di sole pieno.

Stamattina, l'itinerario dei castelli Aragonesi. Il primo è quello di Biel, e per arrivarci attraverso vicoli così stretti che rischio di grattare i paramani della moto. A seguire, i castelli di Luesia, Pena de Ayllon, Sabada.

Mi sono allontanato dai Pirenei, il paesaggio si è fatto pian piano sempre più piatto. Adesso siamo quasi in un "deserto".

Sono sulla A-1201, prendo una bella strada sterrata e mi ritrovo nel cuore delle Bardenas Reales, parco naturale semidesertico, Riserva della Biosfera UNESCO. Un'esperienza spettacolare: paesaggi che sembrano provenire da Marte, un set cinematografico. Giro per la Bardena Blanca, ma il punto più iconico è senza dubbio la Castildetierra.

Veloce visita alle Cuevas de Arguedas e al Castillo de Marcilla, per poi prendere l’autostrada N-121 direzione nord. Pausa pranzo in un parco di fronte al Castillo de Tiebas. Riparto per l'imponente Acueducto de Noáin. L'itinerario originale prevedeva Pamplona, ma fa troppo caldo e l'idea di imbottigliarmi nel traffico di una grande città mi fa desistere. Riprendo l'autostrada A-15 e riesco, in qualche modo, a beccare una multa andando a 90 km/h (nella foto sono in fila dietro una macchina mentre una moto ci sorpassa! Assurdo!).

Alle 15:00, l'obiettivo è raggiunto: San Sebastian, e l'Oceano Atlantico è davanti a me. Sono arrivato a destinazione. Ora, inizia il viaggio di ritorno, ma non prima di assaporare un po' di costa.

Seguo la strada costiera verso nord, rientro in Francia. Da qui, ricomincio a risalire i primi colli Pirenaici: Col Otxondo, Col d’Ispeguy. Il passo di Roncisvalle mi riporta in Spagna.

Trovo un bel posto per piazzare la tenda a Ochagavia, in un parco sulle rive del fiume Salazar. La stanchezza è dolce, il rumore dell'acqua è la mia ninna nanna.


GIORNO 5: MERCOLEDÌ 28 MAGGIO (OCHAGAVÍA - ARLOS) 392 KM

Partenza alle 6:30. Sono sulla NA-140, passo il Puerto de Laza. Arrivo a Isaba, e qui, il panico: sono veramente a secco di benzina, e l'unico benzinaio apre alle 8:00. Aspetto (se la prende veramente comoda) e riparto in direzione nord sulla NA-137. Salgo ad ammirare il Mirador de Larra-Belagua. La giornata è magnifica: ancora sole pieno, nemmeno una nuvola.

Il Col de la Pierre Saint Martin mi riporta in Francia. Scendendo, taglio per il Col de Labays, Col de Bouesou. Decido di girare intorno al Col de Marie-Blanque (già fatto, ma in condizioni pessime).

Quindi, salgo al Colle d'Aubisque. Mitico passo pirenaico, celebre per il Tour de France. Curvoni, panorami spettacolari, asfalto perfetto. La fama è meritata. Proseguo per il Col de Soulor.

Sceso a valle, mi dirigo a Lourdes, per visitare la Basilica, un luogo di pace spirituale unica, un momento di quiete in questa frenetica cavalcata.

Torno indietro per salire poi al Col du Tourmalet, un vero mix di paesaggi alpini spettacolari e tornanti adrenalinici. Da qui, proseguo per il Col d’Aspin e il Col de Peyresourde. Il Col du Portillon mi riporta, brevemente, un'ultima volta in Spagna. Punto a nord, rientro in Francia e mi accampo ad Arlos, in un'area di sosta vicino alla strada statale.


GIORNO 6: GIOVEDÌ 29 MAGGIO (ARLOS – MONT VENTOUX) 624 KM

Una doccia fredda al mattino: un problema con la SD card. I video registrati negli ultimi due giorni sono persi. Peccato, Tourmalet, Aubisque... addio. Ma l'esperienza è stata mia, e questo nessuno me lo toglierà.

Alle 6:30 sono in moto. Il mio rientro prosegue lungo il lato francese dei Pirenei. I colli si susseguono a ritmo veloce: Col de la Menté, Col de Portet d’Aspet. Il Col de la Core ha una vista panoramica notevole, e decido di fermarmi per colazione.

Anche oggi una giornata meravigliosa. Il sole splende, l'aria è fresca. L'ideale per andare in moto.

Proseguo per il Col de Latrape, molto belle le cascades du Fouillet, col d’Agnes, Port de Lers, altre cascate ad Arbu. Veloce visita allo Chateau de Miglos. Prendo la D20 per il Pas du Souloumbrié. Piano piano, i passi si fanno più bassi, e i panorami si fanno meno rocciosi e più boscosi.

Vedo in lontananza il Chateau de Lordat, ma non devio. A pranzo, mi fermo all'ombra della fonte di Bestiac: la valle di l’Ariéle è veramente bella. Gli ultimi colli Pirenaici, Col de Marmare, Col de Notre dame, non sono passi di montagna, ma quasi collinari. Passo attraverso le Gorges de Saint-Georges, che non sono un granché. Proseguo sulla D117.

Finalmente, arrivo alle Gorge De Galamus, un impressionante canyon naturale scavato nel calcare dal fiume Agly. Mi fermo per qualche foto: il panorama lo merita.

Sono le 15:30. È ancora presto, decido di macinare chilometri. A Narbona prendo l'autostrada ed esco dopo qualche ora ad Avignone. Comincio la salita al Mont Ventoux. Mi fermo per l'ultimo Wildcamping a Beaumont.


GIORNO 7: VENERDÌ 30 MAGGIO (MONT VENTOUX – SESTO FIORENTINO) 781 KM

Sveglia presto per vedere l’alba dal Mont Ventoux. Lo spettacolo è indescrivibile, un peccato che i video siano andati persi, ma la memoria è vivida.

Prima delle 7:00 sono già sulla vetta: un'esperienza mozzafiato, con un panorama a 360° sulla Provenza, con i colori del cielo e la luce che si riflettono sul paesaggio lunare della cima. Non vorrei mai venir via. Ma lo devo fare.

Lungo la discesa, incrocio decine, anzi centinaia di ciclisti che salgono verso la vetta. Mi sento un privilegiato.

Non ho voglia di autostrada, la giornata è soleggiata ma fresca, preferisco le strade provinciali interne. Attraverso il Col N.D des Abeilles, che mi porta al Belvedere de la Gabelle.

Alle 10:30 arrivo sul Lago di Sainte-Croix. Finalmente, entro nelle Gole del Verdon, un canyon spettacolare e profondo, giustamente definito il "Grand Canyon d'Europa". Comincia a far caldo, e c’è un sacco di gente: camper e auto ovunque. Scendo alla Route des Crêtes, ma la folla aumenta. Rimango imbottigliato nel traffico!

Riesco a divincolarmi e punto Castellane, dove prendo per un breve pezzo la D4085 Route Napoléon. Prendo poi il Col de Luens, e nelle vicinanze di Nizza, mi immetto in autostrada. Fa caldo, ma il rientro a casa scorre senza intoppi.

Alle 20:30, sono di nuovo a Sesto Fiorentino. La moto è acciaccata, il corpo è stanco, ma l'anima è ricaricata. Ho visto il Mediterraneo, l'Atlantico, le vette innevate, i canyon, il deserto. Sette giorni, 4300 km di pura, intensa avventura. Il nastro americano ha tenuto, e io pure. Che viaggio!

 

 

 

Wildcamping sui Pirenei (maggio 2025)
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