Toscana - Marche - Emilia giorno 2
24/10/2025
Secondo giorno tra i passi appenninici di Toscana, Marche ed Emilia
Si riparte da Fano, imboccando la via Flaminia che conduce verso l’entroterra. La si percorre fino a pochi chilometri da Urbino, per poi deviare in direzione Urbania e proseguire lungo la SS687 fino a Carpegna.
La prima parte di strada è scorrevole e piacevole, ideale per rilassarsi e godersi il paesaggio; successivamente, il tracciato si fa più impegnativo, con curve e tornanti che accompagnano fino al paese di Carpegna. Qui vale la pena fare una breve sosta per un caffè e per ammirare il panorama.
Dopo la pausa, si riparte lungo la Provinciale di Carpegna, che conduce al Passo Cantoniera. Superato il passo, dopo pochi chilometri si lascia la regione Marche per entrare in Emilia-Romagna. Tra i primi paesi che si incontrano c’è Ponte Messa, da dove si imbocca la SP76 che attraversa il fiume Marecchia. La strada prosegue costeggiando il corso d’acqua, per poi attraversarlo nuovamente e immettersi sulla SP91, diretta verso le pendici del Monte Fumaiolo, luogo di nascita del fiume Tevere.
La salita è piacevole e panoramica; arrivato al parcheggio nei pressi della sorgente del Tevere, lascio la moto per percorrere a piedi un breve tratto immerso nei boschi fino alla sorgente vera e propria. Dopo la visita e le immancabili foto di rito, riparto scendendo dall’altro versante lungo la SP43, che porta a Montecoronaro, sede dell’omonimo valico.
Da qui si prosegue fino a Verghereto, per poi imboccare un tratto della statale Tiberina fino a San Pietro in Bagno, dove inizia la SP26 che conduce a Santa Sofia. Attraversato il paese, si raggiunge Galeata, punto di partenza della SP24, che sale verso Rocca San Casciano e quindi verso Portico e San Benedetto. Da qui si prende la SP22, che porta al suggestivo Vulcano di Monte Busca.
Il Vulcano di Monte Busca è una fontana ardente, una fuoriuscita naturale di idrocarburi gassosi che, risalendo dal sottosuolo, si incendiano spontaneamente a contatto con l’aria. Questo fenomeno, noto sin dall’antichità, si manifesta in diverse parti del mondo, in particolare in Romagna e nel Medio Oriente.
Nel caso del Monte Busca, la combustione è alimentata da metano. Alla vista appare come un piccolo ammasso di rocce da cui si levano fiammelle tremolanti, la cui altezza varia a seconda del vento e delle condizioni atmosferiche.
Dopo la visita al “Vulcano più piccolo d’Italia”, riprendo il viaggio attraversando il Valico di Monte Busca per dirigermi verso Faenza, dove imbocco l’autostrada Adriatica e faccio ritorno a Legnano.