Itinerario
proposto da Andrea Lora Moretto
Bitumenduro tra i Borghi più belli d'Italia delle colline tortonesi
Ho una mania, collezionare passi e colli valicati in moto, che alimento con la costante ricerca di nuovi percorsi. Anni fa acquistai un volume, dedicato ai ciclisti con la mia stessa fissazione che in più ci mettono pure la fatica di pedalare, che elenca 4000 valichi stradali italiani e, nel tempo libero ho convertito l'elenco (e le coordinate espresse in millimetri sul reticolo dell'Atlante Stradale Touring Club Italiano) in una mappa su google maps.
Unendo i puntini dei colli ancora da percorrere, come nel gioco della Settimana Enigmistica, ho definito l'itinerario odierno che si è poi rivelato anche ricco di spunti turistici.
La partenza è Tortona, il trasferimento in pianura per raggiungerla non aggiunge nulla al percorso, e subito ci si inerpica sulle colline alle spalle della città per raggiungere il primo colletto, la Sella di Vho, che si trova in corrispondenza dell'omonima frazione della città. Vho è anche uno dei "Borghi più belli d'Italia" secondo i cartelli posizionati in loco (consultando il sito si scopre che in realtà è stato tra i candidati nel 2021 - 2022 ma probabilmente non ha superato la selezione). Una visita è d'obbligo, il borgo è grazioso ma pare disabitato e privo di accoglienza turistica (fosse anche solo un bar per un caffé).
Si prosegue lungo il crinale che separa la valle del Grue da quella dell'Ossona, su strade dall'asfalto disastrato (bitumenduro, appunto), appagando la vista con il magnifico panorama sulle colline e aggiungendo una serie di passi alla collezione (Selletta della Fornace, Selletta di Cerreto Grue, Bassa Lugrina, Sella Avolasca e Passo Borella) prima di scendere in valle Grue e raggiungere il borgo di Garbagna, un altro tra i "Borghi più belli d'Italia" e dedicare ad esso una visita, approfittando anche di un ottimo ristorante sulla piazza Principe Doria per soddisfare il palato.
Ripresa la moto si torna sul crinale poc'anzi abbandonato per il Passo di San Vito, la Sella di Bastita e, sempre su asfalto quantomeno discutibile raggiungere il Valico di Sorli tra la valle Grue e la val Borbera, sul quale si trova la parrocchiale di San Lorenzo e, a poca distanza, i resti del castello di Sorli.
Si prosegue quindi per il passo di San Martino e quindi per il tunnel che sottopassa il Colle delle Tane si ritorna a Garbagna. Qui il navigatore mi gioca un brutto scherzo e tenta di farmi passare per un sentiero invece di proseguire oltre l'abitato e nei pressi del cimitero svoltare a destra in direzione della Sella Aia del Gallo (strada senza uscita), della Forcella di Montébore (Bric della Cappelletta) e della Costa di Montebore. In cima alla Forcella di Montebore sorge il Palazzo Malaspina nel quale è stato ambientato il romanzo di Carlo Varese "Folchetto Malaspina". Montebore è famosa anche per il formaggio omonimo, presidio Slow Food, dalla particolare forma che ricorda una torta nuziale a più strati che pare fosse ispirata da una torre, della quale oggi si possono vedere solo i ruderi.
Attraverso le frazioni di Dernìce e un'altra sequenza di passi e passettini (Bocchetta di Barilaro, Sella del Piano, Sella d'Erta, Forcella di Vigoponzo, Forcella di Dernice e Forcella di San Rocco) si scende in val Curone, a San Sebastiano Curone e ci si orienta verso nord per iniziare il rientro. Ancora qualche passetto: Valico di Cioccale e Bocchetta di Ca' del Gatto prima di svalicare in Lombardia attraverso la Colletta e raggiungere Cecima.
Gli ultimi colli di giornata Sella Costa delle Forche, Sella di Brienzone e Sella Ca' del Bruno conducono a Volpedo, ultimo dei Borghi più belli d'Italia di oggi, paese natale del famoso Giuseppe Pellizza che dipinse "il Quarto Stato" e sfondo preferito per quasi tutti i suoi dipinti. Da vedere in paese la pieve romanica e le mura spagnole.
L'itinerario si conclude laddove era cominciato, nell'antica Derthona.