Costruita come un cannone, veloce come un proiettile! Così, da tempo immemore, recita il motto del più antico brand motociclistico, fra quelli tuttora in attività. Beh, la RE, dal 1893, sul suolo inglese, ha prodotto, dapprima, biciclette, poi macchinari agricoli ed industriali e soprattutto armi e motociclette. Realizzando prodotti di qualità tale da potersi fregiare, dal 1911, dell'appellativo di Royal, con piena approvazione della Maestà Britannica. Comunque, da lì a poco, sarebbe scoppiata la Prima Guerra Mondiale e le commesse per la RE non mancarono.
Superato il conflitto, la produzione di mezzi a due ruote continuerà a crescere. E finalmente, all'alba degli anni 30, arriverà la più iconica e longeva delle Enfield. La Bullet! Ancora oggi spavaldamente disponibile sul mercato mondiale! Dapprima nelle cilindrate di 350 e 500 cc con telaio rigido, venne poi prodotta anche provvista di una unità ridotta a 250 cc. Ma alla fine di questo decennio, tornarono a soffiare i più raggelanti venti di guerra e le stagioni a venire videro di nuovo impegnata la RE nelle forniture militari.
Famosa, ad esempio, fu una loro piccola 125 cc, progettata per poter essere paracadutata. Passò alla storia come la Flyng Flea, la Pulce Volante.
Al termine del conflitto, ritornò prontamente in auge la Bullet, aggiornata nel comparto ciclistico e fecero parlare di sé le più grandi Meteor e Super Meteor, nonché la bicilindrica Constellation Twin.
Dopo un tentativo di scarso successo, che vide le RE esportate negli USA con il marchio Indian, la svolta. Arriva, dall'India, una importante ordinazione di 350 cc. Serviranno alle polizie locali nei servizi di pattugliamento lungo le linee di frontiera. Nella più grande colonia il successo riscosso da queste moto è tale che la RE arriverà in breve tempo a siglare un accordo con la Madras Motors per produrre direttamente la Bullet su licenza. Con effetto dilagante! Nel mentre, in patria, la crisi di settore degli anni 60 porta i volumi di vendita a livelli di guardia, tanto che nemmeno l'uscita in commercio della splendida Interceptor di 750 cc o la apprezzabile Continental GT riescono ad impedire alla RE inglese di chiudere i battenti nel 1970. Tutto ciò non scalfirà la produzione in oriente, che resterà negli anni 70 ed 80 importantissima, seppur legata al mercato locale. Infine i folli anni 90 e la riscoperta del fascino vintage, riaprono i canali di importazioni della Bullet verso l'Europa.
Sfornate nei nuovi stabilimenti di Chennai e Dehli, le nostre nuove classiche sono quindi arrivate fino a noi, con un sempre crescente successo. E non hanno affatto intenzione di mollare la presa! Oltre alla Bullet, oggi la gamma si è ampliata e vanta modelli come le nuove Classic e Continental GT.
In arrivo una piccola enduro di 400 cc, la Himalayan ed una interessantissima bicilindrica di 750 cc, pronta a dar battaglia allo stuolo di moto modern classic, padrone attualmente di un grande fetta di mercato.
Ok, avete perfettamente ragione. dopo aver letto le righe qui sopra, penserete... E la Classic 500? Nemmeno una parola? Ecco, vero che l'intento di questa rubrica è parlare di classiche e non di motociclette nuove di fiamma, ma... La nostra RE è veramente senza tempo, per cui spero vogliate perdonarmi questa licenza ed accettare la Classic 500 al pari delle sue anziane progenitrici. Ho inoltre avuto, recentemente, la possibilità ed il piacere di testarne uno splendido esemplare in livrea Chrome. Sinceramente... sono un motociclista meno che mediocre e forse proprio per questo credo di poter parlare di questa piacevolissima monocilindrica con il piglio più sognante che tecnico di chi spesso si avvicina al manubrio di una RE. Dati tecnici? Quelli che bastano a capire di cosa stiamo parlando. Un cilindro, 500 cc, una ventina e più di cavalli, consentono a questa capsula del tempo, piccola ma non piccolissima, pesante ma ben al di sotto dei 200 kg, di muoversi con spigliata disinvoltura! Proiettandovi in una dimensione parallela fatta di storia, epica, nostalgia e sorrisi ad insorgenza spontanea. Dotata di 2 freni a disco con ABS, perfettamente in linea con le normativa vigenti anti inquinamento, su strada la Classic continua a sprigionare energia e divertimento. Attenzione! Non paragonatela alle iperprestazionali motociclette disponibili a listino oggi, non pensate a quelle più adatte ai lunghi trasferimenti autostradali. Non avrebbe senso. La Classic va giustamente paragonata solamente a sé stessa. E poi, quanto è bello guardarla dopo averla dolcemente poggiata sul cavalletto. Le morbide e rassicuranti forme del serbatoio, il faro tondo, gli splendidi cerchi a raggi... Insomma, lunga vita alla Royal Enfield!