Itinerario
proposto da Pietro Stefani
Il Mangart
Giro effettuato il 13.08.2021
L'idea di questo giro è venuta a Sergio del gruppo Bikers Veneto di Strade da Moto e subito l'ho accettata con gioia. Avevo fatto parecchie volte la Valle dell'Isonzo per andare a Bled, Kranjska Gora, il Vrsic Pass o al lago di Predil, ma per tante ragioni non ero mai salito sul Mangart o come dicono loro il Mangrt. Questa era l'occasione buona. Punto d'incontro il casello di Padova est e poi noiosa ma utile autostrada fino a Villesse. Entriamo in Slovenja da Nova Gorica e percorriamo la Valle dell'Isonzo sulla 103, l'asfalto è molto buono, la strada sinuosa che invoglia a lasciarci trasportare dal ritmo delle curve ben pennellate. Qualche velocissima sosta per una foto ed arriviamo a Caporetto, città che meriterebbe una sosta lunga per visitare il Museo della Grande Guerra, ma oggi la nostra meta è un'altra ed abbiamo ancora un po' di strada da fare. Imbocchiamo così la 203 che ci porterà prima a Saga e poi a Plezzo per una sosta caffè e per il pieno, sembra oggi quasi impossibile che questa bella valle, soleggiata e tranquilla, sia stata teatro di dolore e morte durante la guerra del '15/'18. Proseguiamo sempre sulla 203 fino al bivio Predil/Mangart dove giriamo a destra sulla 902 per l'ultimo tratto di strada che ci porterà sul Mangart. Qui il ritmo cambia, la strada si fa più stretta ed aumenta la pendenza, incrociamo parecchi ciclisti su ambo le careggiate, la prudenza è d'obbligo ma i panorami che si aprono sono quanto menio incantevoli. Stiamo percorrendo la strada più in quota della Slovenja, costruita dall'Esercito Italiano tra aprile e ottobre del 1938 e che sarebbe dovuta servire come difesa dalla ex Jugoslavia, solo in seguito, tra il 1994 ed il 2004 è stata asfaltata diventando una attrazione turistica. La strada è lunga 12 Km, si trova all'interno del Parco del Triglav, comprende anche 5 gallerie e gli ultimi 9 Km sono a pagamento (10 €. comprensivi di piantina descrittiva). Lungo la salita non possiamo non fermarci ad ammirare il paesaggio ed a scattare qualche foto, arriviamo così all'ultimo parcheggio utile (Za Sedlom) poi una sbarra impedisce l'accesso ai mezzi motorizzati. Posteggiamo le moto, togliamo caschi e giubbotti e ci incamminiamo per un percorso ad anello (vedi foto) che in una mezz'ora ci porterà in cima al punto panoramico da cui possiamo ammirare i laghi di Fusine ed i monti attorno. Scendendo ci portiamo allla Baita del Mangart dove ci meritiamo una fumante salsiccia accompagnata da una fresca radler. E' tempo di ritorno, rifacciamo la strada a ritroso con calma rivedendo qualche scorcio da un'altra angolazione, e giunti al bivio, ci teniamo sulla destra. Valichiamo il confine dal Passo del Predil e scendiamo fino all'omonimo Lago dove sostiamo brevemente per qualche istantanea, La strada è scorrevole e piacevole, siamo sulla SP76 Val Raccolana, oltrepassiamo Sella Nevea, Chiusaforte, costeggiamo il fiume Fella e poi all'altezza di Venzone (uno dei Borghi più Belli d'Italia) il Tagliamento che attraverseremo in prossimità di Trasaghis tenendolo così alla nostra sinistra.. Siamo ora sulla SP41 che ci porterà ad un piccolo laghetto dove facciamo sosta per una passeggiatina. E' il laghetto di Cornino, una vera perla, con la sua acqua di un azzurro intenso degno di stare accanto per bellezza al più famoso Lago di Carezza. Risaliti in sella, in prossimità di Sequals (paese di Primo Carnera) ci immettiamo sulla SR177 che all'altezza di Pordenone si congiunge con la A28 che ci condurrà a casa dove arriveremo alle 19:30. Che dire di questo giro? IIl primo commento a caldo è stato: "ne è valsa la pena" e quando è così non c'è nient'altro da aggiungere se non un grazie a Sergio per l'idea e per la piacevole compagnia. Alla prossima.