Itinerario
proposto da Mario Giachino
Usciamo dal Tenda, rientriamo dalla Lombarda
Questo itinerario parte e arriva a Borgo San Dalmazzo (CN), o... in qualsiasi altro punto del percorso. Mentre scrivo è praticabile solo il sabato e la domenica a causa dei lavori all'altezza di San Dalmazzo di Tenda.
Nasce dalla voglia di rifare, dopo così tanti anni, il Colle di Tenda, il vecchio colle, quello vero, che da giovane ho fatto diverse volte, non solo perché è una bellissima strada ma anche quando il tunnel, per un motivo o per l'altro, era chiuso.
I lavori per il raddoppio del tunnel hanno comportato la chiusura proprio della parte più bella del vecchio colle, conosciuta in Francia come Route des 50 Lacets (ma oggi ho letto anche "des 44 lacets").
Dopo averla percorsa ho seguito semplicemente la strada, così come mi si presentava, e ne è nato questo itinerario.
La parte italiana del Colle di Tenda è già molto bella, strettina ma asfaltata, con parecchi tornanti e panorami molto belli.
Dopo Limone Piemonte si sale a Panice Sottana, Panice Soprana e si transita davanti allo Chalet delle Marmotte, quindi si corrono ancora poche centinaia di metri sull'asfalto, che fa da confine, e al colle, dove comincia lo sterrato, al bivio si deve tenere la sinistra. (Purtroppo, mentre scrivo, Google Map ritiene che non sia ancora possibile transitare dalla fine dello sterrato a Vievola, così disegna un tracciato che prevede di passare su un'altra sterrata (molto più impegnativa) che è quella delle Baisse de Peyrefique e che, dopo un ampio giro, scende a Tenda. Col tempo vedremo il percorso corretto).
Il pezzo di strada che imbocchiamo svoltando a sinistra è proprio la Route des 50 Lacets e ci porta poco sotto l'uscita dal lato francese del tunnel del Tenda, permettendoci, così, di superare il tratto che la tempesta Alex del 2 ottobre 2020 si è portato via e che, temo, ci vorrà molto tempo perché sia ricostruita.
A meno che non siate proprio bravi, direi che non è praticabile con supersportive e non è proprio da consigliarsi a moto/gomme prettamente stradali. Quando ero giovane, ricordo che la seconda parte, scendendo, era tutta asfaltata. Ora di asfalto ne rimane ben poco e quel poco che resta, spesso è più rovinato della parte di strada sterrata, la quale è, tutto sommato, abbastanza semplice.
Si scende con calma, anche perché i tanti tornanti sono piuttosto stretti e molti affacciano, praticamente, sul vuoto. D'altra parte, la vista tutt'intorno non invita certo a correre.
Sempre grazie ad Alex, arrivati sull'asfalto della strada principale, si continua a scendere in mezzo ad un paesaggio che porta evidenti le profonde ferite che l'acqua, troppa tutta insieme, ha lasciato in Val Roya. Tanti tratti sono sterrati provvisori e diversi semafori regolano i sensi unici alternati.
Io, come tutti, spero che col passare del tempo le cose tornino alla normalità ma fino a quando le cose stanno come oggi, fate i vostri calcoli per arrivare a San Dalmazzo di Tenda di sabato o di domenica (gli altri giorni la strada è aperta solo dalle 17:00 alle 08:00), tenendo conto del fatto che, in corrispondenza della centrale elettrica, c'è un semaforo che è verde i primi 15 minuti ogni ora: dalle 08:00 alle 08:15, dalle 09:00 alle 09:15 e così via. Se arrivate alle 10:20... siete fregati.
Arrivati a Breil sur Roya, si prende a destra, seguendo le indicazioni per Sospel, su una strada che io ho sempre considerato una goduria, anche d'inverno perché ben assolata, quindi praticamente sempre sgombra dalla neve e ben asciutta (salvo un paio di curve sotto gli alberi). Arrivati a Sospel avremo superato due colli: il Col de Brouis e il Col de Pérus e, se proprio non ci vogliamo fermare per una pausa come fanno quasi tutti i motociclisti di passaggio, proseguiamo diritto seguendo le indicazioni per il Col de Turini. Dimenticavo: verificate che per la data in cui contate di passare non sia in programma un rally o una delle tante manifestazioni sportive automobilistiche, qui è zona!
Se non le avete mai fatte, godetevi le strade del Turini: in questo giro io sono passato dalla Cappella di Notre Dame de la Menour ma, come strada, è senz'altro più bello il passaggio dal Col de Braus, spesso identificato (erroneamente) come Turini. Allungate di pochi km ma passate dove le leggende dei rally ne hanno fatto la storia.
La cappella merita una sosta e due passi sul ponticello pedonale che conduce alla chiesetta, non fosse altro per la vista sulle strade da moto lì intorno.
Arrivati in cima al Turini, al trivio che ci troviamo davanti, scendiamo verso sinistra, verso La Bollène Vésubie e Nizza, continuando la sequenza di curve e controcurve... alla fine del giro avremo di che esserne soddisfatti!
Superata La Bollène, ancora qualche tornante e poi arriviamo a Roquebillière, dove torniamo a vedere i segni lasciati da Alex, anche qui.
Seguiamo le indicazioni per Saint Martin Vésubie e poi Col Saint Martin La Colmiane. Il colle si trova a 1500 metri, oggi, 7 agosto, mi sono dovuto fermare per coprirmi meglio perché era proprio freschetto.
La discesa verso la valle della Tinée è un'altra magnifica sequenza di curve, a volte più tecnica, spesso semplicemente divertente.
Arrivati allo stop dove poco avanti vediamo una galleria, noi dobbiamo girare molto stretto a destra, sulla strada che porta al Col de la Bonette. La percorreremo fino a Isola, dove prenderemo a destra, per il Colle della Lombarda, dalle prime curve abbastanza impegnative a causa della buona pendenza (8%), per arrivare prima a Isola 2000 e poi, finalmente, in cima, ai 2.350 metri del colle.
La discesa sul versante italiano è senz'altro più lenta ma altrettanto bella... forse di più. Se avete la fortuna di arrivare all'ultima serie di tornanti prima di Pratolungo senza auto o camper davanti, provate a prendere il ritmo e vedrete che li farete come una danza, un tango o una giga, se preferite. Io mi ci diverto molto.
Terminati i tornanti di Pratolungo, allo stop prendiamo a destra, sulla strada che scende dal Colle della Maddalena e ritorniamo a Borgo San Dalmazzo, con un paio di semafori e qualche pezzo ancora divertente.
Parti su sterrato