Itinerario
proposto da Mario Giachino
Monti, valli e cucina all'ombra del Monviso
L'itinerario parte da Cuneo (534 mt slm), capoluogo della provincia Granda, dove, passeggiando nel centro storico, si incontrano alcuni dei monumenti più significativi della città: il Duomo, dalla facciata neoclassica ma con interni barocchi; la chiesa di Sant'Ambrogio; il complesso della chiesa e dell'ex convento di San Francesco, sede del Museo Civico, che ancora conservano le originali architetture medievali recentemente restaurate.
Da piazza Galimberti imbocchiamo corso Soleri per uscire dalla città percorrendo tutto il ponte sul fiume Stura fino alla rotonda: qui prendiamo a sinistra, in direzione di Caraglio, immettendoci sulla SP422.
Se non lo abbiamo mai visitato, proseguendo in direzione della Valle Maira, poco fuori il centro di Caraglio, sulla sinistra incontriamo il Filatoio, una delle più antiche testimonianze di archeologia industriale presente in Europa. L'edificio, che ha l'aspetto di una dimora fortificata, ospita mostre di arte contemporanea e un piccolo Museo della Seta.
Tornati in centro, a Caraglio, attraversiamo la via centrale, via Roma, e proseguiamo in direzione della Valle Grana, percorrendo la SP23 fino a Valgrana, dove svoltiamo a destra per salire lungo il colle che porta alla località di Montemale, da dove riscenderemo fino a Dronero. Vale la pena di concedersi una sosta gastronomica a Caraglio o a Valgrana per assaggiare i tipici gnocchi al Castelmagno, oppure a Montemale, ai piedi del castello arroccato, per gustare le tagliatelle al tartufo nero che cresce nei boschi limitrofi.
A Dronero molti edifici, come il Foro Frumentario ottagonale (inizio XV sec.), testimoniano un Medioevo fiorente. Imperdibili il ponte merlato sul fiume Maira, visibile dal ponte principale, il Mulino della Riviera e il Museo Mallè, ospitato nell'elegante residenza di Luigi Mallè.
Da Dronero imbocchiamo nuovamente la SP422, che qui diventa una strada panoramica che risale tutta la Valle Maira; superato il bivio per Stroppo, svoltiamo a destra per percorrere la tortuosa strada che porta a Elva, percorso misto strettissimo ma affascinante. La piccola località conserva l'antica chiesa di Santa Maria Assunta, considerata un gioiello della pittura gotica, con l'abside interamente affrescata dal pittore fiammingo Hans Clemer, attivo alla fine del '400.
Da Elva raggiungiamo il Colle di Sampeyre, che collega la Valle Maira alla Valle Varaita attraverso una splendida strada panoramica ad alta quota (si toccano i 2.200 mt slm) per poi scendere fino a Sampeyre. Da qui riprendiamo a salire lungo la SP105 fino a Casteldelfino, dove inizia un percorso misto con ampie curve e rettilinei che portano al Colle dell'Agnello. Una deviazione a sinistra nel vallone di Bellino che, insieme a Casteldelfino e Pontechianale, faceva parte dell'antica Castellata, storica aggregazione alpina al Delfinato francese, consente di visitare l'omonimo borgo montano, con le sue antiche meridiane affrescate su edifici religiosi e case.
Tornati a Casteldelfino riprendiamo la SP105 e raggiungiamo Pontechianale, sede della raduto motociclistico invernale più alto d'Europa Agnellotreffen, e Chianale, annoverato fra i Borghi più Belli d'Italia per la sua architettura alpina, il ponte romanico e le antiche chiese.
Tra le meraviglie della Valle Varaita si contemplano anche specialità gastronomiche che possiamo trovae qui in qualsiasi ristorante, come i gustosi tumin del Mel, formaggette fresche prodotte a Melle, e i ravioles, gnocchi di patate e formaggio (gli stessi tumin) di forma allungata conditi con burro e parmigiano.
Risalendo la valle si raggiunge infine il Colle dell'Agnello (m 2.748 slm), il secondo colle d'Europa per altezza, scalato più volte dai corridori del Giro d'Italia e del Tour de France. Qui ci si trova alle prese con un percorso misto stretto che sale con pendenze anche del 18%, godendo di uno splendido panorama sul Monviso, il Re di pietra (m 3.841 slm).
Nei mesi estivi il colle permette l'accesso alla regione francese del Queyras, noi, però, ridiscendiamo la Valle Varaita fino a dopo Melle, al bivio per Valmala, dove prendiamo a destra una strada tra i boschi che, man mano, si farà sempre più stretta, attraversando, Valmala, la Borgata Ciastralet e, passando da Morra del Villar, giungeremo a Villar San Costanzo, nuovamente vicino a Dronero, dove potremo concludere il nostro giro con una visita ai famosi Ciciu del Villar. Il termine ciciu significa pupazzo, fantoccio e in questo caso è associato a un fenomeno di erosione molto particolare: le colonne di erosione (anche chiamate piramidi di terra, o Ciciu 'd pera), che si ergono ai piedi del massiccio del monte San Bernardo. Queste formazioni sono sculture morfologiche naturali, con una tipica forma di funghi, il cui cappello è costituito da un masso erratico (anche di notevoli dimensioni) ed il cui gambo è costituito da terra e pietrisco.