Itinerario
proposto da Mario Giachino
Monregalese e Cebano: tra Langhe e Liguria
Questo itinerario parte da Mondovì, in direzione di Vicoforte ma non dalla statale, che poi sarebbe la SS28 del colle di Nava, bensì passando da Mondovì Piazza, dove si potrebbe già fare la prima tappa, tanta è la bellezza di questo antico borgo e del suo belvedere, iniziando proprio dalla Piazza Maggiore, punto d'arrivo della funicolare che già nell’Ottocento collegava la parte bassa della città (Breo) con questo borgo. Circondata da portici e antichi palazzi, la piazza offre numerosi spunti di visita: la Chiesa della Missione, con il capolavoro dell’arte barocca di Andrea Pozzo, il Museo della Ceramica, produzione tipica della zona monregalese, e il palazzo del Vescovado, già sede dell’università.
Poi il giardino del Belvedere, dove si erge la Torre medievale dei Bressani con il suo famoso orologio, uno tra i tanti esposti nel giardino, e dove si gode di uno splendido panorama sulla pianura e sulla Langa monregalese.
Procediamo, quindi per Vicoforte percorrendo via di Santa Croce, che ci porta alla via delle Cappelle. Questa strada prende il nome dalle piccole chiese ottocentesche di cui è disseminata, realizzate per tracciare un percorso di fede e di devozione mariana che accompagnasse il fedele nel tragitto da Mondovì al maestoso Santuario di Vicoforte.
(Attenzione: alla prima cappella prendiamo la strada che prosegue a destra).
Giunti a Vicoforte è d'obbligo una visita al Santuario, dedicato alla Natività di Maria fu fatto costruire dal Duca di Savoia Carlo Emanuele I nel 1596, su progetto dell'architetto Ascanio Vitozzi, al quale, nel 1600, l'architetto Francesco Gallo, aggiunse la cupola ellittica che, oggi, è la quarta al mondo per dimensione. Nei mesi estivi è possibile salire alla cupola, in visita guidata, accedendo alle sue parti più nascoste.
Terminata la visita si riparte, questa volta sulla SS28, alla volta di San Michele Mondovì per continuare, poi, verso Mombasiglio, dove troveremo il castello, il belvedere e il Museo Bonaparte, allestito in memoria di quando, nel 1796, vi alloggiarono le armate napoleoniche.
Da Mombasiglio scendiamo sulla SP101 fino a Ceva, che possiamo attraversare, oppure circumnavigare girando a destra alla seconda delle due rotonde ravvicinate che troviamo a metà della discesa che entra in città.
In entrambi i casi, giunti alla rotonda della frazione di San Bernardino, sceglieremo l'uscita per Montezemolo (SP430), proprio di fronte alla chiesetta circolare.
A Priero è consigliabile attraversare il centro storico e vedere la torre circolare, che è l'ultima rimasta delle quattro torri e delle mura che proteggevano l'antico borgo.
Procediamo ancora fino a Montezemolo, posta in cima al colle. È un noto punto di incontro tra i bikers di Piemonte e Liguria e a sosta è d'obbligo, sia per la possibilità di scambiare qualche parola con altri motociclisti, sia per provare la specialità del bar che si affaccia sulla rotonda, il 4 Venti, che propone il miglior panino alla tuma (qui si dice così!) e acciughe al verde che si possa trovare sulla faccia della terra!
Dalla rotonda, finito il panino, riprendiamo la strada verso Alba, seguendo la SP661, per svoltare a sinistra dopo pochi km, per ritornare a Ceva su una bella Strada da Moto, passando accanto al Forte di Ceva. Ritorniamo a San Bernardino e, questa volta, alla rotonda proseguiamo sulla SS28 del Colle di Nava fino a Garessio, dove possiamo visitare il centro storico del borgo medievale e il Santuario di Valsorda, prima di proseguire sulla SP178 per Pamparato, attraversando il passo Colla di Casotto, a 1.381 mt slm.
Dopo aver fatto visita al Castello Reale dei Savoia, che troviamo nei pressi di Valcasotto, a Pamparato potremo degustare sia le paste di meliga, sia la famosa polenta saracena, prima di proseguire per Roburent e Montaldo Mondovì, deviando poi a sinistra per Moline e ridiscendere a Vicoforte, da dove torneremo sulla SS28 fino a Mondovì, a concludere il nostro giro magari visitando la chiesa dei SS Pietro e Paolo, con la sua facciata barocca sormontata dal Moro, un automa che batte le ore, ormai simbolo della città, e, perché no, magari per ritornare a Piazza, questa volta con la funicolare.