Itinerario
proposto da Fulvio Caporali
Cielo e terra, la via sopra i 2000 - Crocedomini, Maniva, Baremone, Vivione e un insolito Mortirolo
Un'impresa, per piccola o grande che sia, è sempre un'impresa. Sono 4 anni che inseguo questo trittico e quest'anno sembra la volta buona per fare finalmente il tratto di strada dal Crocedomini al Maniva e finalmente scendere dal Baremone ad Anfo. Per alcuni sarà impresa da nulla ma per me è un grande passo in tutti i sensi.
Partiamo da Mazzo di Valtellina con le previsioni meteo non proprio favorevoli nel primo pomeriggio, fare uno sterrato sotto l'acqua con un fz1 fazer in due con gomme sportive non è il massimo credo.
Vecchia statale fino a Breno dove prendiamo il Crocedomini, passo sempre bello e spettacolare anche se la strada è stretta. Saliamo veloci, il sole splende e siamo in cima verso le 10.30, caffè e ammiriamo il panorama. Due chiacchere con il padrone del rifugio e ripartiamo. Al bivio del passo se si scende verso SX si va a Bagolino con una strada disegnata col pennello, ma a noi interessa la deviazione di DX finalmente, e imbocchiamo la via per il Maniva. I primi km sono sterrato e sassi, in salita e il fazer con qualche zig zag si destreggia comunque bene, salendo capiamo già che saremo ripagati della fatica. Panorami mozzafiato, siamo quasi soli sulla strada, ad avere più tempo ci sono parecchie passegiate da fare per vedere vecchi edifici militari. Saliamo ancora e a lato valle si aprono vedute con laghetti alpini di particolare bellezza, poi in lontananza arriva la vecchia base militare con le sua grandi orecchie. La strada è tornata asfaltata e lo sarà fino all'arrivo al Maniva.
Dal parcheggio del Passo Maniva si aprone tre itinerari diversi, scendere verso Bagolino con una strada tortuosa e messa male, scendere verso Gardone oppure tirare dritto verso la costa del monte e affrontare il Baremone. E noi lo affrontiamo.
Strada strettissima e messa malissimo, con ancora la neve quasi a indicare di non passare. Sterrato ancora e messo ancora peggio almeno nel primo tratto. Ci passa una macchina a pelo figuriamoci due moto che si incrociano. Procediamo piano sia per gustarci la vista sia per la cautela. Strada sempre più isolata ormai, siamo davvero soli e scendendo sulla destra abbiamo solo il burrone senza alcun parapetto a darci un minimo di sicurezza ma l'emozione è tantissima.
Spettacolo e solo spettacolo. Puro niente altro da dire. Sembra un altro mondo. Quelle strade particolari che almeno una volta bisogna percorrere. Scnediamo e dopo una pausa sulla punta spina scendiamo verso il rifugio Rosa di Baremone e spizziachiamo qualcosa. La discesa ora diventa su strada asfaltata, sempre molto stretta e immersa nella vegetazione fino a che non spunta il Lago di Idro a riempire la vista.
Direzione Vestone e poi deviamo a destra per il passo del Cavallo e poi verso il Passo dei Tre Termini, strada altrettanto bella e veloce da fare con attenzione, Autovelox e tutor attivi. Scendiamo a Iseo, lungo lago e arrivati a Boario Terme deviamo per la valle di scalve.
Percirriamo il bellissimo orrido che butta letterelmente acqua da tutte le rocce e poi direzione Vivione.
Il Vivione è un altro passo che merita di essere vissuto. Bellissimo fin dai primi metri, stradina stretta nel bosco, tortuosa che sale e sale dal basso porta davvero in alto, si esce dal bosco e si apre la visuale sui monti vicini. Eccoci catapultati in un altro mondo. Il passo vero e proprio è davvero bello, laghetto, rifugio e visuale pazzesca, riscendiamo e la discesa è davvero lunga. Arriviamo a Forno Allione.
Torniamo verso casa, Edolo e verso l'aprica. Ma mi viene un idea, perche non fare il passo di guspessa e poi scendere dal Mortirolo?
Prima dell'aprica sulla sinistra si inerpica una stradina con indicazione passo del Mortirolo, ma prima di arrivare al Mortirolo cè il Guspessa.
Strada stretta tra i boschi con panorami da cartolina e primo arrivo a Trivigno, paesino da foto per pubblicità e poi continuiamo nel nostro giro. La strada torna a infilarsi nel bosco dove non passa più nessuno e saliti fino a quota quasi 2000 costeggiamo la valtellina dall'alto perchè il Guspessa taglia tutta la montagna su un costone con la visuale sulla valle sottostante e si collega dopo parecchi km al Mortirolo che scendiamo facendo però la vecchia strada ovvero quella del mitico Pantani.