Itinerario
proposto da Emanuele Giglio
Il vertiginoso Vercors
Giorno 1, Km 400
Era li, da tanti anni, una famosa rivista di Mototurismo con in copertina un fantastico paesaggio ed il titolo "Vertiginoso Vercors". Poi ci si è messo pure "Strade da moto" e l'articolo che trovate su questo link ed ho ripreso cartine e navigatore. Vi racconto "il mio" Vercors, tanto non basterebbero 10 itinerari diversi a scoprirne tutte le strade. Come spesso accade, mi affianca il mio "Vecchio Pard" Aldo in questo giretto millecurve.
Il primo tratto è veloce e noioso: autostrada da Castelnuovo don Bosco a Susa, poi finalmente si inizia a fare qualche piega scalando il Colle del Moncenisio. Girare in settimana consente di tenere una buona media senza ritrovarsi in mezzo ai gran premi dei weekend... Il Moncenisio è una vecchia conoscenza, ci godiamo le curve veloci nel tratto iniziale e poi il panorama del Lac du Mont Cenis, le splendide cime che lo circondano e le antiche fortificazioni che ne difendevano i confini in tempi più bui. Si prosegue su un fondo stradale non in perfette condizioni ma comunque pulito e dopo qualche minuto si torna a valle, a Lanslebourg Mont Cenis le indicazioni per il Col de l'Iseran tentano parecchio, ma ve lo racconto un'altra volta... oggi si gira a sinistra e in direzione opposta si prosegue a fondovalle verso Modane, si continua sulla D1006 costeggiando il corso dell'Arc verso Saint Jean de Maurienne. Pochi Km dopo non perdete l'uscita verso Montvernier ed i famosi Lacets, 17 tornanti in 3 km di stretta stradina ci portano in alto sulla vallata in pochi minuti, verso il fresco della fontana comunale, tappa d'obbligo per mettere a mollo gli stivali...
Restiamo in quota seguendo le indicazioni per Montpascal, Bonvillard, La Pallud e La Chambre, poi torniamo sulla D1006 e proseguiamo facendo attenzione ai numerosi autovelox fino ad Aiguebelle, dove ci fermiamo a pranzo. Ben zavorrati deviamo sulla D925, che seguiamo fino a Pontcharra, dove lasciamo il fondovalle per sgranchire le sospensioni scalando il primo dei massicci francesi dell'itinerario: La Chartreuse. La D285 aggira il Mont Granier inerpicandosi in infinite curve verso il pianoro che separa le due catene principali, la Grande Chartreuse e la Charmant Som. I paesini e i borghi raccolti, circondati da dense foreste che coprono più della metà del territorio, compongono il centro del massiccio, terra di orti e vigneti, li attraversiamo uno dopo l'altro: Saint Pierre d'Entremont, Saint Laurent du Pont, tanto per citarne un paio e la rotta verso sud-ovest ci porta di nuovo a fondovalle seguendo le indicazioni per Voreppe. Qualche Km costeggiando l'Isere ci porta in vista di Grenoble, ma noi deviamo prima; a Saint Egreve le indicazioni iniziano a mostrare la strada verso il Vercors, le seguiamo decisi e raggiungiamo la D531, per iniziare la scalata di questo maginfico toboga naturale. Villard-de-Lans è il capoluogo turistico della zona nordorientale del Vercors, ai piedi della Grande Moucherolle; gode di una posizione geografica e di un clima privilegiati, offre la possibilità di praticare un'ampia gamma di attività sportive: sci alpino, sci nordico ed escursioni con racchette da neve, in inverno; trekking, mountain bike, parapendio, arrampicata, canyoning e tennis, in estate. La stazione dispone anche di uno spazio relax e di un centro acquatico dotato di piscina con le onde e scivoli. La funivia della Côte 2000 permette, in estate come in inverno, di arrivare alle piste, ma anche ai circuiti per la mountain bike e il trekking e all'area da cui lanciarsi in volo con il parapendio. Noi finiamo per accontentarci di uno spuntino pomeridiano e proseguiamo verso la parte centrale del Vercors, dove inizia il lato spettacolare per noi eterni affamati di paesaggi. I francesi hanno la meravigliosa abitudine di scavare le strade sui fianchi delle montagne lasciando una sorta di tetto di roccia che noi percorriamo con gli occhi spalancati, incerti fra la strada da seguire, il fiume sottostante o il costone che ci incombe addosso. Le Gorges de la Bourne sono il perfetto esempio di questo scenario, le scopriamo lungo la D103 facendo numerose soste fotografiche, saliamo di quota verso un cielo più allargato e attraversiamo Saint Julien e Saint Martin en Vercors, quindi deviamo sulla D518 che ci riporta dolcemente a valle fino a Sainte Eulalie en Royans, si gira a sinistra ed in pochi Km raggiungiamo Saint Laurent en Royans, dove faremo campo base per i 2 giorni a seguire.
Seguendo il consiglio di amici motociclisti ci fermiamo a dormire presso la Chambre d'Hotes Michel (Le Cornier des Serres, 26190 Saint-Laurent-en-Royans, Francia•+33 4 75 48 65 34), una graziosa casa edificata a sbalzo su un costone che domina la vallata sottostante il Combe Laval. Il terrazzo gode di un bel panorama e consente di prendere il sole dopo una meritata doccia. Parlano solo francese e pochissimo inglese.
A cena scegliamo di esplorare i ristoranti di Pont en Royans (strano, niente santi stavolta...) e finiamo per scegliere la terrazza dell'Hôtel et Restaurant du Musée de l'eau e la sua vista sulla Bourne e le case a strapiombo sul fiume che caratterizzano questo paesino.
Giorno 2, Km 150
IMPORTANTE: prima di partire fate il pieno cercando il distributore più vicino, in Francia rischiate di dover tornare indietro di 30 km per trovarne uno.
Al mattino la signora Michel ci attende con una sterminata scelta di marmellate fatte in casa, una decina di pani diversi, spremute, caffè ed altre piacevoli leccornie. Una mappa tridimensionale sulla parete del terrazzino aiuta a definire alcuni particolari del giro della giornata.
Si parte quindi da Saint Laurent en Royans e ci dirigiamo verso Pont En Royans, dove dedichiamo più tempo a fotografare le case edificate sul costone sul fiume Bourne sfruttando dei pali infissi nella roccia, seguiamo quindi le indicazioni per Chorance e la omonima grotta. La visita alla grotta dura un'ora circa, la guida parla esclusivamente francese... ma si resta talmente rapiti dall'ambioente che neanche la si sente parlare. La temperatura all’interno delle grotte è costante tutto l’anno a circa 10°C. maglio quindi scendere con la giacca da moto addosso e seguire le solite raccomandazioni: si foto ma senza flash e l’uso di treppiedi, vietato toccare qualsiasi cosa, a causa della particolar friabilità che contraddistingue le pareti dei sito. La prima sosta è poco dopo l'ingresso, la guida ci racconta che la costruzione di un tunnel ha reso molto più semplice le visite permettendo di accedere all’interno della grotta anche quando il livello dell’acqua è più alto. La Grotta di Choranche infatti è una grotta attiva e vi scorrono ben due corsi d’acqua sotterranei che sfociano entrambi nella sala d’ingresso formando un lago azzurro e bellissimo. Dalla roccia molto fratturata di cui è composto l’altipiano, permette, oltre alle acque dei due fiumi, l’ingresso nella grotta anche dell’acqua piovana e quelle successive allo scioglimento delle nevi, che favoriscono il formarsi di stalagmiti e stalattiti. Si risale la galleria costeggiando una serie di piccoli bacini d'acqua e, dopo un centinaio di gradini sbuchiamo nel cuore di quella che è stata chiamata “La Cattedrale”. Uno spazio dalle dimensioni monumentali (50×80 metri), un vero spettacolo della natura a cui ne viene affiancato un altro artificiale fatto di luci e suoni.
In un attimo il tempo della visita passa, torniamo alla luce ed in sella. Un breve tratto a ritroso ci porta all'inizio della salita verso Presles, scavata a colpi di piccone nel fianco della falesia, un costone di roccia verticale. Dopo alcune soste fotografiche raggiungiamo Presles, paesino molto piccolo ma dotato della immancabile fontana pubblice in cui refrigeriamo gli stivali ed il loro contenuto... Poi si prosegue in quota sull'altipiano, su stradine scorrevoli ma strette, ma tanto non abbiamo nessuna fretta, siamo qui per goderci il paesaggio. Proseguiamo fra boschi e prati fino a Malleval en Vercors, dove ci aspetta un altro dei posti caratteristici del massiccio: le Gorges du Nant. Una profonda spaccatura nel fianco della catena montuosa porta lo sguardo fino alla vallata sottostante, che si raggiunge con l'ennesima stradina scavata con dura fatica nel fianco della montagna, ogni curva, ogni finestra di roccia invitano ad una sosta per riempire la memoria dalla fotocamera, noi misceliamo questo piacere con la guida delle nostre fedeli due ruote e fin troppo presto ci ritroviamo a valle. Purtroppo la BMW di Aldo ha bisogno di un geriatra... da ieri sembra che la batteria debba esalare l'ultimo ampere, per cui chiediamo al navigatore una deviazione verso la civiltà dei concessionari ufficiali. Per fortuna anche per arrivare a Valenza, dove c'è una concessionaria, si fa la D1532, una strada piacevole ai piedi del massiccio, viaggiamo più spediti del solito e raggiungiano Saint Nazaire en Royans. La cittadina è piacevole ed è caratterizzata da un acquedotto romano che domina una darsena dove è ormaggiato un caratteristico battello a ruote. Decidiamo di far sosta pranzo al ristorante "Le Panorama", sulla salita che domina la darsena, scelta strategica per poter poi riavviare a "botta di culo" il bicilindrico bavarese di Aldo... Per chi non è alla ricerca della cucina gourmet la Francia si rivela più economica della media italiana e con meno di 15 euro ci satolliamo con antipasto, piatto unico, dolce e caffè, accompagnato da una birra "a pression". Segue andata e ritorno senza storia fino a Valenza, salvo il fatto che il problema si rivela essere il motorino d'avviamento, ci toccherà fermarci in discesa per il resto del giro...
Da Saint Nazaire chiudiamo il giro in pochi Km tornando a Saint Laurent per un meritato relax sul terrazzo, non senza aver prima fatto il pieno....
Giorno 3. 460 Km
Salutiamo i coniugi Michel ben satollati dalla loro colazione e saltiamo in sella, ci aspetta la parte più appagante per la guida: il Combe Laval. La strada inizia praticamente davanti a casa Michel e si inerpica fino al Col de la Machine con una bellissima serie di tornanti ben asfaltati e con buona visibilità in uscita, arrivo in cima al Col de la Machine "con un certo anticipo" rispetto ad Aldo, poi torniamo a fare i turisti, anche se l'andatura si mantiene allegra. Il Combe Laval è simile al resto delle strade del Vercors, ma la carreggiata è molto più larga e ad una altezza maggiore rispetto al fondovalle, i numerosi punti panoramici invitano a fermarsi per una foto o per godersi la vista, ma come al solito dura troppo poco. Per fortuna abbiamo ancora un po' di posti da vedere, scendiamo quindi a valle e ripassiamo da Saint Nazaire en Royans e ripercorriamo in senso inverso la D1532 fino a Saint Gervais, dove deviamo sulla D53 per esplorare il Canyon des Ecouges. Anche qui ci inoltriamo in una profonda fenditura nel costone roccioso per risalire in quota sull'altopiano; particolarmente spettacolare è l'attraversamento del fianco della montagna nel Tunnel des Ecouges, scavato per aggirare un tratto franato del percorso originale. All'uscita del tunnel è possibile percorrere a piedi un tratto della vecchia strada per fare qualche foto da un punto di vista spettacolare.
Si prosegue fino al pianoro e si punta nuovamente a sud, Rencurel e poi Sain Martin en Vercors, dove ci fermiamo a pranzo all'Hotel du Vercors, anche qui piacevolmente sorpresi dal rapporto prezzo/qualità. Si prosegue sulla D518, le medie si alzano decisamente, vista la scorrevolezza dell'asfalto e l'assenza di traffico. Ben presto ci lasciamo alle spalle il fondovalle ed iniziamo la risalita verso il Col de Rousset, il tunnel omonimo ci porta "all'esterno" del massiccio del Vercors, nella sua estremità meridionale. Ci riabituiamo alla luce e lo spettacolo della vallata in basso lascia ben presto spazio all'acquolina in bocca che ci causa la lunga serie di curve e tornanti che ci aspetta. Anche qui l'assenza di traffico, le curve con ottima visibilità e l'asfalto ben tenuto ci consentono una decisa frustata alle sospensioni ed ai freni, tanto che Aldo propone di ribattezzare "Col de Le Castellet" il percorso, alludendo al famoso circuito di Formula 1.
L'arrivo a Die ed il tragitto fino a Gap trasformano il paesaggio in una pianura trafficata, si scorre bene ed in alcuni tratti non mancano le curve, specie quando ci avviciniamo al Lac de Serre-Poncon. Passiamo sul ponte che attraversa il lago e poco dopo ci dividiamo: Aldo devia verso il Colle della Maddalena, io proseguo verso Briancon sotto nuvole sempre più scure. A Briancon mi ritrovo sotto al classico temporale di fine estate, per cui affronto il Colle del Moncenisio con una buona dose di prudenza, poi autostrada fino a casa, dove arrivo senza aver smesso di prendere pioggia. Ma tanto lo sapete che un giro del genere ti lascia il sorriso in faccia per tutta la settimana successiva...
Se volete salire in sella con noi potete godervi il filmato che ho girato Destinazione Vercors